Al Milan lo straniero piace un po' meno...

Quest'anno le maggiori turbolenze in campo e fuori sono state causate da Bacca e compagni
Al Milan lo straniero piace un po' meno...© LaPresse
Furio Fedele
5 min

MILANO - Straniero? No, grazie. A meno che non sia «d.o.c.», non solo tecnicamente parlando. Fra i tanti problemi con i quali ha dovuto fare i conti il Milan quest’anno c’è anche quello legato alla scarsa affidabilità di molti, troppi calciatori. Soprattutto, ma non solo, muniti di passaporto straniero.

C’è chi in campo ha fatto il suo dovere, ma appena dismessi calzoncini e scarpette si è messo in guai più o meno seri. Primo fra tutti Niang che, dopo Milan-Torino 1-0 (27 febbraio) è andato a sbattere con la sua super-car procurandosi la frattura di un piede. La Coppa Italia è a rischio e da quel momento il Milan di Mihajlovic non ha vinto più una sola partita (2 punti in 5 partite) con il conseguente esonero dell’allenatore serbo. Brocchi ne ha vinta una sola (Sampdoria) e, comunque, Bacca non è più stato lo stesso. Due soli gol per lui dopo l’infortunio di Niang che era sembrato di gran lunga il suo partner ideale.

TUTTO SUL MILAN - BALOTELLI NEI GUAI
  
SÌ PROBLEM - Il feroce e pesante giudizio («I giocatori fanno proprio schifo») di Fedele Confalonieri (storico amico e principale confidente di Silvio Berlusconi) dopo lo sconcertante 3-3 contro il Frosinone, ha sicuramente aperto il dibattitto sulle reali e precise responsablità dei calciatori rossoneri in un’annata che, in questo momento, può essere considerata assolutamente fallimentare. A maggior ragione dopo che il presidente Berlusconi ha investito fra gli 80 e i 90 milioni di euro nel mercato estivo.

Oltre l’evidente sopravalutazione di taluni elementi (Romagnoli 25 milioni; Bertolacci 20) bisogna fare i conti, in tutti i sensi, con la resa di Diego Lopez che, superato da Donnarumma fra i pali, si è tranquillamente accomodato in panchina con un mensile da circa 230.000 euro netti. Poi quanto mai infelice è stato il tweet della moglie (sulla mancanza delle fiabe per una figlia...) del portiere spagnolo quando, dopo il kappaò contro l’Atalanta, la squadra è stata mandata il ritiro a Milanello per una settimana. Anche Luiz Adriano ha sulla coscienza un bel po’ di quattrini che avrebbero fatto comodo al Milan. In gennaio ha rinunciato, in extremis, al trasferimenti in Cina dopo che tutto sembrava ormai stabilito. Con il club rossonero che aveva già incassato i 15 milioni di euro di indennizzo.
  
W LA FRANCE? - La colonia transalpina a Milanello è sembrata fin troppo turbolenta. Mexes, rivoluto a tutti i costi da Berlusconi, si è scontrato per ben due volte con Mihajlovic che l’ha relegato in panchina. Anche Menez, ripresosi faticosamente in gennaio dopo l’intervento chirurgico alla schiena, non ha palesemente gradito le scelte tecniche del tecnico. Fra l'altro (foto) domenica ha discusso abbastanza animatamente con Balotelli al momento di calciare il secondo rigore.  Fra i difensori da dimenticare l’annata di Ely protagonista negativo a Firenze (0-2) e in casa con il Napoli (0-4). Zapata (da censura in Coppa Italia contro il Crotone) e Alex (da censura domenica contro il Frosinone) hanno spesso viaggiato e reso a corrente alternata. Bacca (18 gol per lui, 16 in campionato) ha sfidato sia Mihajlovic che Brocchi a colpi di...rabona. Guai cambiarlo a partita in corso. Anche il docile Honda domenica pomeriggio ha protestato con Brocchi per essere stato sostituito. Tutto sbagliato, tutto da rifare per Boateng: ingaggiato in gennaio dopo due mesi di preparazione a Milanello è stato individuato come capo dei «rivoltosi» contro Mihajlovic.

RAIOLA: «IBRA PUO' TORNARE»
  
SCENARI - Molti di questi «foreign players» milanisti non verranno confermati nella stagione 2016-2017 perchè in scadenza di contratto (Mexes, Zatata, Alex) o, comunque, per fare...cassa. Bacca, Honda, Luiz Adriano, Menez, Niang e Honda saranno quasi certamente ceduti al miglior offerente. In questo modo il Milan si preparerebbe anche al piano «B» nel caso in cui Silvio Berlusconi decidesse di non vendere più la società con una italianizzazione dell’organico quasi completa.


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