Maldini gela il Milan. Per ora è no

Paolo vuole contare, deciderà solo dopo l’incontro con i cinesi
Maldini gela il Milan. Per ora è no© EPA
Furio Fedele
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MILANO - Vox populi, vox Dei. Il popolo milanista vuole, quasi all’unanimità, Paolo Maldini di nuovo nel Milan. Così come il padre Cesare che, dopo essere stato un campionissimo, è tornato da allenatore e da dirigente. Ma Paolo nell’immaginario dei milanisti sarebbe la certificazione della continuità dell’era Berlusconi, la più luccicante e ricca di 117 anni di storia rossonera. Proprio per questo motivo Paolo Maldini, come suo solito meticoloso e attento ai minimi particolari, ha accolto l’invito dell’ad Fassone e del diesse Mirabelli, ambasciatori dei nuovi padroni cinesi, con attenzione e riconoscenza. Riservandosi, però, di dare una risposta, seria e decisa, solo dopo aver incontrato, di persona, chi raccoglierà l’eredità della Dinastia Berlusconi. Senza alimentare entusiasmo e speranze con l’additivo di spropositati guadagni.

MIRABELLI RESPONSABILE DELL'AREA SPORTIVA

SCRUPOLO - Giustamente Paolo Maldini si rende conto che il suo ruolo non potrà essere solo manageriale, ma avrà una base di carisma e credibilità che potrà essere alimentata solo dalle certezze che gli potrà consegnare in management della Sino- Euerope Sports, la società che coaugula il fondo d’investimento dove sono raggruppati i soggetti interessati ad acquistare il Milan. Ormai sulla concretezza del closing (che dovrebbe essere sancito fra il 15 e il 20 novembre) nessuno ha più dei dubbi. Ma Paolo Maldini diventerebbe inevitabilmente e giustamente il garante degli investimenti (350-400 milioni di euro da spalmare sul un quadriennio) che i nuovi padroni hanno promesso di concretizzare per la gestione e il potenziamento della società e della squadra.

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