Milan, Montella: «Era giusto partire martedì, ma non è un alibi»

Il tecnico risponde ad Allegri in conferenza stampa: «Non è vero che siamo deresponsabilizzati. Loro hanno una mentalità vincente, noi puntiamo sull'entusiasmo e sull'incoscienza. Campionato all'estero? Non sono sfavorevole»
Milan, Montella: «Era giusto partire martedì, ma non è un alibi»© ANSA
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DOHA (QATAR) - «La Juve ha una mentalità vincente e la mantiene nel tempo. Per noi deve essere un monito e siamo sulla strada giusta. Mi auguro di vedere un bel calcio da entrambe le squadre». Sono le parole di Vincenzo Montella alla vigilia della sfida di Supercoppa contro la squadra di Allegri. Il tecnico del Milan ha subito detto la sua sul ritardo che ha coinvolto il club e sulla “deresponsabilizzazione”: «Se le società e gli allenatori avevano scelto di partire il 20 era perché è la cosa giusta. Non è dipeso da nessuno e non è un alibi – ha detto in conferenza stampa -. La squadra sarà meno stanca. È un dato di fatto che l'organizzazione era un'altra. Non siamo deresponsabilizzati». Che tipo di approcciò avrà il Milan? «Dipende sempre dalla gara, spesso non c’è una strategia. L’importante è che la squadra sappia comportarsi nelle varie fasi di gioco. Ma noi vogliamo fare la partita. Loro sono abituati a certe sfide, hanno fame di vincere e si percepisce. Le nostre armi sono quelle dell’entusiasmo e dell’incoscienza».

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MILAN DEI GIOVANI - «I miei ragazzi sono arrivati fin qui per merito – ha continuato Montella -. Adesso abbiamo la possibilità di regalare un altro trofeo a Berlusconi, che spesso ci trasmette la sua voglia di vincere». Dalla sfida del 22 ottobre (Milan-Juve 1-0, ndr) è cambiato molto. «La nostra squadra è leggermente superiore e anche loro sono cresciuti molto. Il livello di domani sarà molto alto. Italiani in rosa? Ne abbiamo tanti, probabilmente più di 7» ha detto ridendo.

CAMPIONATO ALL'ESTERO - Galliani ha suggerito di portare alcune partite all’estero e Montella è più o meno d’accordo. «Doha è una bella cornice, sono felice di essere qui. Sarei curioso, ma non ne conosco la fattibilità. Non sono sfavorevole, all’estero si fanno tante partite».

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