Bufera Milan, la squadra contro il ritiro punitivo

Saltano cene e visite di parenti, giocatori infastiditi.E la clausura può prolungarsi
Bufera Milan, la squadra contro il ritiro punitivo© LaPresse
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MILANO - Musi lunghi a Milanello fin dal primo giorno del ritiro punitivo. L’appuntamento era stato fissato per le ore 14 nello spogliatoio, pronti per iniziare la seduta di allenamento. Bonaventura, Bonucci e Romagnoli sono stati fra i primi milanisti a presentarsi a rapporto. Il pranzo nel quartier generale non era obbligatorio, ma qualcuno ha aderito all’invito. Dopo un’ora di palestra, il lavoro è proseguito sul campo. Umore più nero (di fastidio) che rosso (di vergogna), quindi, in una situazione di profondo disagio. Fassone non ha seguito l’esordio della “clausura”. Mentre Mirabelli, direttore dell’area tecnica, ha cenato ieri a Milanello, l’ad potrebbe presentarsi domani. Ha fatto eco in serata la battuta di Fassone («Speriamo che non ci vogliano altri 99 anni per tornare a vincere») fatta durante la presentazione della strenna natalizia rossonera in Mondadori. Il riferimento era ai trofei che impreziosiscono la bacheca di Casa Milan, ma a Milanello il malumore è alimentato anche dall’eventualità che il mancato successo sabato contro l’Atalanta possa procrastinare fino a mercoledì 27 (in serata è previsto il derby di Coppa Italia) un ritiro imposto dalla società contro la volontà dei calciatori.

REPLAY - E, da quanto ha detto Fassone, non è detto che basti superare l’Atalanta per essere sicuri di trascorrere il 24 e il 25 dicembre in famiglia. Comunque in questi due giorni il Milan si sarebbe allenato in vista del derby, ma il “castigo” di Milanello ha scombussolato l’agenda dei giocatori rossoneri impegnati in cene, scelte dei regali con l’arrivo, dall’estero, di parenti e amici che in realtà rischiano di ripartire senza aver fatto così grandi feste. Anzi. 

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