Higuain spreme i gol come il ketchup

Meno agile di Batistuta, ma più potente. L’ombra di Cristiano Ronaldo da Madrid alla Continassa. Il “movimento” rubato a Raul. Il capolavoro di Leonardo nell’attrarlo al Milan. Cinque gol già segnati all’Inter in carriera. La figlia e i tatuaggi
Higuain spreme i gol come il ketchup© AP
Mimmo Carratelli
5 min

È un falco pellegrino Gonzalo Higuain? Un attaccante ossessionato dal gol, un predatore irresistibile, un cacciatore di portieri. Ora che gira per il campo, come gli hanno insegnato alla Juventus, mentre al Napoli era il killer assoluto, armato da Insigne, da Callejon, da Mertens, ora che rientra, e apre gli spazi, e fa le sponde, ora che arretra, dialoga e punta ha preso più gusto al gioco. Ma il pensiero fisso resta il gol. Eccolo deluso, arrabbiato, buio in volto quando ha dettato l’ultimo passaggio per colpire e i compagni l’hanno ignorato o hanno sbagliato. Insigne, a Napoli, era la “vittima” preferita se lo scugnizzo non lo vedeva in tempo mentre si lanciava verso la porta avversaria. Gonzalo lo fulminava con uno sguardo assassino. Ha detto una volta che era rimasto a secco di gol e poi si scatenò: «Il gol è come il ketchup, se lo cerchi non arriva, ma quando arriva esce tutto insieme». Non è un poeta, Higuain. E’ un rude corridore sui sentieri del gol. Un masnadiero. La barba ne accentua la ferocia. La voce gutturale lo rende più duro. Gli otto punti di sutura per quel tuffo sfortunato sugli scogli di Capri potrebbero farne un pirata segnato da un assalto maldestro. Non ha la cantilena degli argentini. Nasconde i sentimenti, forse perché si sente perseguitato da una fortuna non completa, quegli accidenti capitatigli in certe partite decisive. I sentimenti li nasconde negli scarpini da gioco, quei tre nomi, “Gonzo, Lara, Alma”, fissati sugli scarpini, la vita fuori dalle smanie e dalle inquietudini sul campo: il suo nome e quelli della sua donna e della bimba nata in maggio. Gonzalo Higuain che Sarri ha amato, “un figlio che ha fatto molto arrabbiare suo padre” quando se ne andò alla Juve, che Allegri ha tenuto in riga in quel reggimento rigoroso che è la Juventus e al quale ora la grinta di Gattuso potrebbe dare quel trono di spade che il suo protagonismo desidera e corteggia, Gonzalo sinora è stato un cittadino del mondo senza fissa dimora, troppo giovane al River Plate, troppo circondato da star al Real Madrid, comprato e svenduto dalla Juve dopo avere rinunciato ad essere il re di Napoli. Higuain cerca una casa dove catturare quella felicità che sembra sfuggirgli. A 31 anni non è facile, ma il Milan può essere una buona casa, accogliente, amorevole, rilevante.

L’AFFARE - Un attaccante argentino il Milan non l’ha mai pienamente avuto perché Valentin Angelillo in rossonero rimase una leggenda interista, perché Nestor Combin era torinista nel cuore e nella veemenza, perché Hernan Crespo fu di passaggio. Il Pipita può esaltare il Milan ricostruito da Leonardo che alle 2,42 del 31 luglio vinse l’estenuante trattativa col fratello di Higuain, Nicolas, resistente e indispettito dal trattamento finale della Juve. Il trasferimento in prestito per 18 milioni e il riscatto fissato a 36 fa 54 milioni. La Juve ha ceduto il Pipita a metà del prezzo che aveva pagato al Napoli. Questa è una ferita nell’orgoglio di Gonzalo Higuain, defenestrato dall’arrivo di Cristiano Ronaldo. Il Milan può essere la sua rivincita. Le doti di fromboliere e la molla psicologica di un riscatto sul campo, oltre all’incoraggiante stipendio annuo di 7,5 milioni, ne fanno l’ariete voglioso di un Milan che punta in alto dopo i sette anni di magra seguiti all’ultimo scudetto. Il derby è l’occasione eclatante, la vetrina rilucente, il palcoscenico sotto le luci della ribalta che potrebbe consegnare Gonzalo Higuain alla storia del Milan da subito perché vincere il derby, segnare in un derby è una tappa epocale, un passaggio indimenticabile, il trampolino per una popolarità immediata. Ha una casistica interessante, Gonzalo, nella storia dei derby giocati nei campionati in Argentina, Spagna e Italia. Non ne ha perso uno. Un pareggio e una vittoria col River Plate contro il Boca (due gol). Quattro vittorie e due pareggi col Real Madrid contro l’Atletico (cinque gol). Tre vittorie e un pareggio con la Juventus contro il Torino (tre gol). Sarà talismano e goleador nella sfida con l’Inter.

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