Milan, Gattuso: «I buu a Koulibaly? Sono anche per paura»

Il tecnico dei rossoneri rischia l'esonero se non batte la Spal: «Sento la fiducia dei dirigenti, ma spesso quando non arrivano i risultati spesso paga l'allenatore»
Milan, Gattuso: «I buu a Koulibaly? Sono anche per paura»
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MILANO -  Alla vigilia della gara contro la Spal Gennaro Gattuso parla del suo futuro ma anche di quanto successo durante Inter-Napoli. «Fermarsi in caso di buu? D’istinto direi di sì, è giusto che ci fermiamo - spiega l'allenatore rossonero - Se un allenatore ha il coraggio di fare una cosa così, poi diventa più facile per tutti. Giusto fermarsi ma poi bisogna anche capire che sono 4 imbecilli che iniziano a fare dei versi. Non è stato tutto lo stadio, sta succedendo da tanto tempo. Non ci dimentichiamo le frasi sull'Heysel, su Scirea, su Superga. E' un problema e bisogna portare rispetto per tutte le persone: bianchi, neri, siamo tutti uguali. C'è bisogno di rispetto. Però non diamoci le martellate solo nel nostro paese, ho visto tirare banane in altre nazioni dove c’è grande civiltà. In questo momento non dobbiamo dare la colpa a tutti i 65-70mila di San Siro. La bravura dei tifosi deve essere nell’applaudire quando questi imbecilli fanno quei versi. I buu a Koulibaly non sono solo per questioni… Koulibaly è un armadio, è un carrarmato: tante volte quel verso lì viene fatto per la paura. Vedi un giocatore di 120 chili, un giocatore fortissimo e ti mette paura. Sono degli imbecilli ma bisogna capire anche in che senso viene fatto quel verso là».

VOGLIA DI RESTARE - Gattuso ha commentato le voci su un suo possibile esonero: «Siamo una famiglia, ci troviamo dentro casa, arrivano degli spifferi e dobbiamo fare di tutto di farne entrare il meno possibile. C'è tanta delusione per quello che abbiamo fatto in un  dicembre disastroso. Abbiamo sistemato la difesa, adesso il problema è l'attacco. L'arrabbiatura più grande è per come abbiamo approcciato la partita a Frosinone. E' dal primo di luglio che sento che devo andare via, che deve arrivare un altro allenatore: i giocatori devono dare il massimo e non pensare se io rimango o no. Quando parlo con i dirigenti sento fiducia, ora non penso al mio futuro ma al bene della società. Dobbiamo trovare tranquillità, bisogna essere lucidi e lavorare con professionalità. Voglio continuare a lavorare perché in questi mesi io e il mio staff non siamo stati qua a pettinare le bambole. Abbiamo lavorato tanto, c’è grandissima voglia di rimanere qua. Siamo appesi ai risultati, mi ci sono abituato ad essere in discussione. L’importante è avere la squadra in mano ma il mio futuro è oggi e non penso a me».

HIGUAIN FONDAMENTALE - L'allenatore poi ha commentato il momento difficile di Higuain: «Voglio vedere il Gonzalo del secondo tempo a Frosinone: ha saltato l’uomo, ci ha dato superiorità numerica, ha avuto palle gol. Mentalmente ha pagato il rigore parato con la Juve. Non voglio sentire o parlare di cessione o non cessione, riguarda lui e la società: fino a quando è qua, deve darci una mano. E’ un giocatore con grande carisma, noi abbiamo bisogno di lui. Donnarumma? La stagione di Gigio è positiva, è un fenomeno, uno dei più forti portieri al momento. Se non abbiamo perso al 90' è merito suo. Ce lo teniamo stretto perché è un grandissimo portiere. Caldara e Strinic saranno disponibile a febbraio, Biglia a gennaio. Borini e Bertolacci domani saranno dei nostri».


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