Napoli, ora rischiano tutti. Poi rivoluzione in estate

Da Benitez al ds Bigon da Higuain a Callejon il futuro si gioca adesso. A giugno si va verso un cambiamento radicale. Tra due settimane summit con l’allenatore
Antonio Giordano
3 min
CASTELVOLTURNO - Affinché non si butti via l’acqua sporca con il bambino: perché il calcio richiede altro, il cuore e innanzitutto la testa, quando si è accomodati su quello scranno. Il futuro è adesso, piaccia o no, ed è chiarissimo: è nei fatti, è nel contenuto dell’arringa difensiva d’un anno divenuto insostenibile, è nella strategia (anche comunicativa) di De Laurentiis, è nella sintesi offerta dal campo, che induce a rimescolare le idee, frullarle e poi cavarne il succo con le scelte. E stavolta non ci sono - né ci saranno - carezze, comprensione, scappatoie ma nove partite (di campionato) e per il momento le due di Europa League che indurranno a indirizzare la politica, partendo ovviamente dalla panchina, passando per la scrivania del direttore sportivo, deviando verso l’area scouting, atterrando nel bel mezzo del campo.

A TE RAFA - C’è una scadenza orientativa, due settimane o giù di lì, poi De Laurentiis e Benitez parleranno, scandaglieranno il fondo delle proprie convinzioni, si confronteranno e sapranno cosa dirsi, prendersi o lasciarsi. C’è una affinità collaudata e però i risultati, gli unici padri (nel calcio) del destino, qualcosa hanno modificato nelle certezze del passato di De Laurentiis, ch’è assertore della elasticità tattica, ch’è sostenitore del ritocchino in corsa, che ha barcollato - di recente - per l’appannamento della squadra, che s’è interrogato sulla sua condizione atletica e sulla gestione da gentleman d’un allenatore nel quale confluisce sempre abbondante stima. Però, il campo canta e poi bisogna accomodarsi e dialogare e specchiarsi ognuno nell’altro, con le rispettive idee di calcio, di investimenti, di mercato.

OCCHIO AGLI AFFARI - Ma il viaggio all’interno del Napoli, in questa ricognizione attraverso la quale (ri) costruire non risparmia alcun settore, né dipartimento: Bigon, il ds, ha il contratto in vita, ma c’è una distanza che lo separa dalla proprietà che è indiscutibile, come testimoniato dal dialogo con l’Empoli per Valdifiori condotto (esclusivamente) da De Laurentiis. E poi ci sono gli osservatori, le riflessioni sulle ultime «dritte» (Ghoulam ma anche Strinic ed Henrique) e pure qualche retaggio del passato (Vargas, Radosevic per non andare troppo indietro nel tempo) che rappresenta rigurgito per uno spreco economico ritenuto eccessivo.

ATTENTI - Ma agli esami è sottoposto il Napoli (come squadra) «eticamente», perché il calcio dà e toglie attraverso qualche dettaglio ed umanissimi errori, però De Laurentiis diviene intransigente dinnanzi al senso di responsabilità ed alla manifestazione di professionalità alla quale s’è richiamato mercoledì sera: dirà il campo, ovviamente, con i suoi risultati, ma ribadirà anche il privato, l’atteggiamento impermeabile verso qualsiasi eventuale appunto, un rigore ed una serietà che rappresenteranno gli ulteriori elementi di valutazione. E poi il carattere, la feroce volontà di «onorare» la maglia attraverso le prestazioni, un attaccamento che non dovrà mai essere vago.

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