Jacobelli: giù le mani da Insigne che ama Napoli e la Nazionale

Provate ad immaginare che cosa sarebbe successo se Insigne fosse rimasto in azzurro, se fosse stato impiegato o contro l’Azerbaigian, domani sera a Baku o contro la Norvegia, martedì a Roma e, malauguratamente, si fosse rifatto male
Xavier Jacobelli
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ROMA - Quando il campionato si ferma per lasciare spazio alla Nazionale e un giocatore lascia il ritiro perché non è al cento per cento della condizione, scoppia puntuale la polemica sul nulla. È il caso di Lorenzo Insigne, giustamente rientrato a Castelvolturno a causa del ginocchio dolorante. L’avverbio è doveroso nei confronti di chi si è lanciato nei consueti esercizi di dietrologia che non hanno ragione di esistere. Provate ad immaginare che cosa sarebbe successo se Insigne fosse rimasto in azzurro, se fosse stato impiegato o contro l’Azerbaigian, domani sera a Baku o contro la Norvegia, martedì a Roma e, malauguratamente, si fosse rifatto male.

INSIGNE ATTACCATO AD ENTRAMBE LE MAGLIE - Invece, lo staff della Nazionale e quello del Napoli hanno agito di concerto e hanno preso la decisione più saggia, anche perché nellapassata stagione Insigne aveva riportato un infortunio molto grave che l’aveva costretto a una lunga assenza: in questi casi, ogni cautela, anche per un versamento di liquido, non è mai esagerata. Il primo ad esserne consapevole, sia pure a malincuore, è stato proprio il ventiquattrenne attaccante che, alla maglia azzurra, è attaccato quanto a quella del Napoli, amandole entrambe visceralmente. Il resto è fuffa.


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