Serie A Napoli, ti guida Jorginho nella sua Verona

L'arrivo di Sarri ha trasformato il brasiliano che ora ha preso la squadra per mano
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NAPOLI - Oggi sogna lo scudetto da protagonista, certo, ma più o meno due anni fa l'obiettivo di Jorge Frello, detto semplicemente Jorginho, era conquistare la promozione in serie A con la maglia del Verona: come cambia in fretta la vita, vero? Già. E di certo domani il Bentegodi troverà cambiato anche lui: il giovane e promettente centrocampista, ormai, è diventato grande. E quando ormai manca un mese ai 24 anni sta anche cominciando a mantenere tutte le promesse. Comprese quelle fatte da bambino alla signora Maria Teresa Freitas. Ex trequartista, sua madre: la donna che gli ha insegnato a giocare al calcio su una spiaggia dello Stato di Santa Catarina.

CHE SACRIFICI. E allora, il super ex: lui, Jorginho. Brasiliano di nascita e veronese d'adozione: dai 15 ai 22 anni è stata Verona la sua città. La casa, la squadra e la fucina di tutti i sogni carezzati tra la culla di Imbituba e un centro sportivo di Guabiruba, 180 chilometri dal suo paese, dove a 13 anni si allenava con altri 50 ragazzi senza energia elettrica, la doccia era sempre gelata e mangiava la stessa cosa anche tre volte al giorno. Guadagnando 20 euro alla settimana: che sacrifici, che tenacia. La stessa che mamma Maria Teresa, ex calciatrice e trequartista di ruolo, riscontrava sulla sabbia quando, dopo il lavoro di collaboratrice domestica, lo allenava per interi pomeriggi davanti all'Oceano: è con lei che palleggiava; è con mamma che lavorava sui fondamentali e la tecnica. Storia straordinaria. Soprattutto per il lieto fine.

PROTAGONISTA. Un centrocampista completo, ecco come appare il Jorginho di oggi: corre per due (statistiche alla mano), gestisce il gioco, recupera palloni e suggerisce (3 assist, l'ultimo al Pipita con l'Udinese). Esplosione vera. Talmente importante da meritare le redini del centrocampo del Napoli di Sarri, con tutti gli onori e gli oneri annessi, e ad autorizzarlo a sognare la convocazione di Conte, essendo dotato di doppia cittadinanza: nulla da fare, per questo giro. Domani chissà.

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