Cannavaro: «Il Real di Benitez? Parleranno i trofei»

Il capitano degli azzurri campioni del Mondo, ai microfoni della Cadena Ser, dice la sua sull’extecnico del Napoli e sul predecessore Ancelotti, che l’avrebbe voluto al suo fianco a Madrid. Severo, poi, il giudizio sull’attuale Pogba.
Cannavaro: «Il Real di Benitez? Parleranno i trofei»© EPA
Andrea De Pauli
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BARCELLONA (SPAGNA) - I bilanci si potranno fare solo a giugno, quando a parlare saranno i titoli. Sulla questione ha le idee piuttosto chiare il vincente Fabio Cannavaro, che ha espresso la sua opinione sul discusso Real Madrid di Rafa Benitez ai microfoni della popolare trasmissione radiofonica catalana Què t’hi jugues (Che ti giochi?), trasmessa da Cadena Ser. “Potremo dire che Benitez è un buon allenatore per il Real solo a fine stagione, se avrà sollevato qualche trofeo. Tutti conosciamo la mentalità del club e quella dei suoi tifosi”. Sui problemi attuali della Casa Blanca e del contestato exallenatore del Napoli, comunque, il Pallone d’Oro 2006 sembra avere le idee piuttosto chiare. “A questa squadra manca continuità. Ancelotti andava d’accordo con tutti e alla fine ha conquistato la Champions. Quando si cambia tecnico e sistema di gioco abituarsi non è mai facile”.

AL POSTO DI ZIZOU - Andando avanti con il discorso, poi, vien fuori che al Real il centrale campano ci avrebbe potuto tornare, anche se alla fine una scelta presidenziale ha finito per far propendere per un illustre excompagno. “Ho una buona relazione con alcuni giocatori, come Marcelo, Sergio Ramos e Pepe. Credo che la dote principale di un allenatore sia proprio la capacità di condividere la propria esperienza con i suoi ragazzi e a me l’esperienza certo non manca. Proprio su questa base Ancelotti mi avrebbe voluto nel suo staff, ma alla fine il club ha preferito propendere per Zidane. Credo lo abbia deciso direttamente Florentino Perez. Da quel che emerge, potrebbe aver pesato parecchio un vecchio pregiudizio. “La gente pensa che il fatto di essere italiano e, per di più, un exdifensore, faccia sì che il mio stile sia per forza difensivo. A me, però, piace vincere attraverso la qualità. Non ho mai lavorato con Guardiola, ma è questo il tipo di tecnico che mi piace. Per quel che mi riguarda, ho avuto allenatori come Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti, Trapattoni, Schuster e credo di aver preso qualcosa da ciascuno di loro”.

BACCHETTATA A POGBA - L’excentrale di Napoli, Parma e Juve si consola ricordando il Pallone d’Oro conquistato grazie alle trionfali esibizioni nel Mondiale tedesco. “È un premio che vogliono assegnare sempre agli attaccanti. Ai difensori arriva solo se fai tutto alla perfezione, com’è successo a me dopo la vittoria con l’Italia. La verità è che quando mi chiamarono da France Football per annunciarmelo non ci credevo. Alcuni, poi, furono d’accordo, altri meno, ma alla fine il Pallone d’Oro sta nel mio salotto”. Sulla prossima assegnazione, Fabio se la cava con diplomazia, evitando con cura di entrare nell’eterna disputa su chi sia migliore tra Messi e Cristiano Ronaldo. “Sono i migliori, anche se ora è venuto fuori pure Neymar. Loro tre se lo spartiranno nei prossimi anni. Sono fantastici e sanno fare sempre la differenza”. Sull’esplosione della Pulce, poi, ha un ricordo diretto del famoso trofeo Gamper, disputato al Camp Nou nell’agosto del 2015. “Mi ricordo della prima partita di Leo, un amichevole con la Juventus. Già ti uccideva, si vedeva che era un fenomeno. Capello voleva portarselo a Torino, ma il Barcellona non ne volle sapere. Mi ricordo che mi chiese se avessi notato quel giovane e io gli risposi: Chiaro Mister! Questo sarà uno dei migliori della storia”. Su Pogba, un giudizio altrettanto chiaro Cannavaro non sembra averlo. “Pogba non sta giocando come potrebbe. Questo doveva essere l’anno della sua consacrazione, perché non ci sono più Vidal e Pirlo al suo fianco. Per essere il centrocampista del futuro non basta disputare un grande anno. I grandi giocatori ne fanno 10 o 15 al top. La differenza la fa la capacità di reggere alla pressione”.

@andydepauli

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