Napoli, Higuain: il più forte centravanti del mondo

Il Pipita segna con una media incredibile: può battere il record di Angelillo (33 reti)
Napoli, Higuain: il più forte centravanti del mondo© LaPresse
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NAPOLI - Gonzalo Higuain è l'uomo del momento, l'attaccante più forte - numeri alla mano e non solo - della nostra Serie A e forse del mondo. Capocannoniere con 16 gol (senza rigori) in 17 giornate. E' ufficialmente nella top 10 dei goleador di tutti i tempi in maglia azzurra. Con la doppietta all'Atalanta, oltre ad aver raggiunto le 50 reti in campionato con il Napoli, ha scavalcato in un colpo solo Vinicio e Cané piazzandosi al 9° posto a quota 71 reti. Savoldi, 8° con 77, è nel mirino. Poi - presumibilmente la prossima stagione - toccherà al suo compagno di squadra Hamsik, che a Bergamo ha raggiunto le 93 reti in azzurro, a -3 da Careca (6° posto). L'argentino - convocato per la prima volta in nazionale da Maradona -, è da sempre una macchina da gol. Un centravanti completo, di manovra, ma soprattutto finalizzatore. E il record di Angellilo con l'Inter di 33 reti in campionato vacilla...

CHE NUMERI! - Media spaventosa nei suoi anni al Real Madrid (0,56 reti a partita), addirittura migliore nelle stagioni napoletane (0,59). Numeri che fanno ancor più effetto - considerato che in Spagna, soprattutto se giochi per le Merengues - segnare non è poi così difficile. Con Sarri si è trasformato in un giocatore universale, capace di dare una mano alla squadra anche in fase difensiva. Il segreto del suo successo? Non la perdita di peso, come qualcuno aveva ipotizzato, ma un mix di accorgimenti - mentali e tattici - che gli hanno permesso di essere uno dei centravanti più forti al mondo. Per Sarri non c'è nessuno come lui e anzi, se non in futuro non vincerà il Pallone d'Oro, sarà "una testa di c....". Musica per le sue orecchie, convinte a sposare ancora una volta il progetto Napoli in estate, quando il tecnico l'ha stregato in 5 minuti. A Bergamo, l'abbraccio dopo il gol dell'1-2, lo ha certificato: tra Maurizio e Gonzalo è nato un rapporto stupendo, difficilmente ipotizzabile visti i curricula di entrambi. Ma il calcio si sa, come nella vita, non è sempre una questione di titoli.

LA STORIA - Gonzalo nasce il 10 dicembre 1987 in Francia, a Brest, dove il padre Jorge (detto il Pipa), giocava da difensore. Rientrati in Argentina, il Pipita comincia a tirare i primi calci con il Club Palermo, per poi passare all'età di 10 anni al River Plate. Con i Millonarios debutta a 17 anni segnando 15 gol in tre anni. Poi, nel gennaio 2007, il passaggio al Real Madrid per 12 milioni di euro. Anni di gioie e dolori: tanti gol, ma pochi gli allenatori che hanno davvero creduto in lui (uno di questi è Pellegrini). Eppure il Pipita segna tanto, tantissimo, nonostante periodi in cui il minutaggio non sia proprio quello desiderato. Con il Real vince 3 volte la Liga, una volta la Coppa del Re e due volte la Supercoppa di spagna, poi arriva Ancelotti e lui parte: lo vuole Benitez al Napoli. Arriva in azzurro per 37 milioni di euro (+3 di bonus): con lui anche i compagni di squadra Raul Albiol e Callejon. L'allenatore spagnolo lo mette al centro del progetto: è lui il terminale offensivo, ma nei momenti decisivi, vedi il finale della scorsa stagione, delude sul più bello (semifinale di Europa League e gara decisiva per la qualificazine in Champions contro la Lazio). I numeri, tutto sommato, sono buoni e in crescendo (24 gol alla prima stagione, 29 alla seconda). Ora sono addirittura migliori: numeri da Scarpa d'Oro, Messi, Ronaldo e Lewandowski permettendo. Per il Pallone d'Oro ci vorrà anche qualche titolo: Sarri è avvisato.


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