Serie A, Sarri ride: Napoli capitale

Una sera chiuso in casa per ritrovarsi in testa. «Siamo pronti, ora sappiamo che cosa fare». Sette mesi dopo gli azzurri guardano tutti dall’alto. Ringraziando Milik ma anche Icardi
Serie A, Sarri ride: Napoli capitale© AP
Antonio Giordano
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NAPOLI - «Mi viene da ridere»: e, nascosto a casa sua, perdendosi nella nuvola di fumo, al cinquantesimo di Juventus-Inter, le otto meno cinque della sera (circa), Sarri ha scoperto ch’era ancor più vero tutto quello che gli era capitato di scorgere sabato sera, capolista (e senza neanche avere la Juventus al fianco), cinque punti in più rispetto al Napoli dell’anno scorso e, soprattutto, guardando il mondo da lassù. «Ma lasciamo perdere questi discorsi... ». È il tempo ch’è volato via, una giornata appena, ed ha trascinato nell’estasi collettiva d’una squadra che se l’è goduta a modo suo, standosene ognuno tra le mura domestiche, per intrufolarsi in questa favola da assorbire in assoluto relax, vivendo le ventiquattro ore di riposo aggrappati alla tv.

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PRIMI - Sette mesi dopo, è un effetto meraviglioso, la certificazione dell’esistenza d’un progetto: il 13 febbraio, alle venti e quarantacinque, allo Juventus Stadium il Napoli ci arrivò da capolista; ne uscì ribaltato da Madame, con il tocco perfido di Zaza, quando ormai sembrava finita, un pugno di minuti alla fine, e portandosi dentro uno shock che qualcosa tolse. Però quello è il passato e domenica 18 settembre, incredibile ma vero, la controrivoluzione in classifica è nei fatti, la resistenza dell’“Invincibile” è sgretolata e ciò che resta di queste prime quattro domeniche di campionato è lo splendore d’un calcio che ora brilla in cima allla classifica e che Sarri s’è gustato del tutto. «Rispetto a dodici mesi fa, c’è altro: all’epoca, dovevamo entrare in un calcio diverso da quello del mio predecessore e dunque fu necessario un periodo per conoscerci. Oggi ci portiamo appresso quel bagaglio e certe cose vengono più facili».

L’INCROCIO - Chi l’avrebbe detto, che Napoli si sarebbe svegliata capolista, a due mesi appena dall’addio di Higuain, il più bruciante divorzio che si ricordi a memoria d’uomo (partenopeo), molto più rovinoso - nelle coscienze popolari - del congedo di Altafini, uscito dall’etichetta di core 'ngrato ormai consegnata a El Pipita. La Napoli che se la spassa, in questa sua (nuova) edizione da capolista, se ne va fiera sulle spalle di Arkadiusz Milik, sei reti in tre doppiette, ma doverosamente ringrazia (anche) Maurito Icardi, per un mesetto o giù di lì l’uomo dei sogni, il crack d’un mercato da rivitalizzare attraverso un colpo che cancellasse ogni ferita.

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