Sarri: «Napoli, troppi errori. La Juventus è di un'altra categoria»

Il tecnico azzurro: «Abbiamo pagato le energie nervose dopo la gara di Champions»
Sarri: «Napoli, troppi errori. La Juventus è di un'altra categoria»© LaPresse
2 min

BERGAMO - Maurizio Sarri commenta con amarezza la sconfitta contro l'Atalanta. Ai microfoni di Mediaset il tecnico del Napoli spiega i motivi del ko azzurro: «Abbiamo fatto un partita in cui abbiamo commesso più errori del solito anche nell’impostazione. La gara si è messa male in un episodio sfortunato, abbiamo avuto delle occasioni e abbiamo pagato delle energie nervose dopo la gara di Champions. L’impegno è stato massimo ma a livello inconscio molte energie le abbiamo lasciate contro il Benfica. Le partite contro squadre fisiche, con dei terreni di gioco difficili, sono il nostro limite. La nostra crescita deve passare da queste gare, dobbiamo essere bravi a portare a casa dei punti anche in queste condizioni. Era la prima partita che giocavamo di pomeriggio da aprile ma la mancanza più totale è stata che eravamo un po’ scarichi».

LA JUVE - Poi sul turnover Sarri è chiaro, esattamente come sulla sfida con la Juventus: «Bisognava cambiare più uomini rispetto all’Europa? Non avevo questa sensazione, i riscontri dal punto di vista fisico erano stati di buon livello per quasi tutti i giocatori. La Juventus a quattro punti di distanza? La Juve è di un’altra categoria e sta facendo il campionato di una squadra di un’altra categoria. Non abbiamo mai avuto l’idea che il nostro campionato dovesse essere in parallelo a quello della Juve. Siamo una squadra giovane che deve crescere: questa settimana ci servirà per capire gli errori fatti e migliorare. Napoli fuori dalla lotta Scudetto? Se loro dovessero inanellare una serie di partite negative clamorose allora forse ma loro non lo fanno mai. Comunque non voglio più parlare della Juventus. Perché Mertens al posto di Callejon? Perché Insigne veniva da una gara in cui aveva giocato 20 minuti, mentre Callejon quella prima l’aveva giocata tutta. Ho scelto così perché Insigne aveva più autonomia».


© RIPRODUZIONE RISERVATA