Il Napoli dagli schiaffi ai rimpianti

Soltanto dopo il 35' il Manchester City ha mostrato cedimenti e nella seconda parte di gara la squadra di Sarri ha ridotto la quota di sbavature e procurato ansie a Guardiola
Il Napoli dagli schiaffi ai rimpianti© FOTO MOSCA
Ivan Zazzaroni
2 min

ROMA - Le facce di ’azzo Sarri le ha viste eccome. Solo che erano quelle di Sané e Gabriel Jesus, di De Bruyne e Silva: tredici minuti hanno impiegato per provare a mettere il Napoli nella condizione di non nuocere, via due schiaffi secchi, e nei successivi tredici hanno avuto addirittura la possibilità di tirarne un altro paio - evidente e giustificabile lo stordimento della squadra di Sarri che si è ritrovata troppo in fretta dentro una partita che non s’aspettava ma temeva. Il City della nuova Pep-idea (meno spazio al palleggio, più verticalità, tra le soluzioni anche l’uscita lenta), capace di vincere dieci delle prime undici partite stagionali tra Premier e Champions, segnando ben 37 gol e subendone 5, ha offerto un’altra prova di forza. 

Soltanto dopo il 35’ ha mostrato cedimenti – grave a quel punto l’errore di Mertens dal dischetto. Invitato dal complimentoso Guardiola al confronto di idee, Sarri - che mai ha indicato il tecnico catalano come sua fonte d’ispirazione - si era presentato con la stessa formazione con la quale affrontò il Real al Bernabeu, ovvero con Diawara e Zielinski al posto di Jorginho e Allan, più i soliti nove. Ma il meglio l’ha dato solo dopo aver cambiato carte e contenuti. Tutto sommato un Napoli più disarmonico ma maturo, a lungo spiazzato, distante dalla sua natura ma non dalle sue sicurezze. Un Napoli che nella seconda parte, perso Insigne ma ritrovato un Ghoulam perforante, ha ridotto la quota di sbavature e procurato ansie a Guardiola: l’occasione di Hamsik al 65’, quella di Mertens all’80, oltre al punto di Diawara su rigore. Dagli schiaffi ai rimpianti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA