Napoli, scudetto e coppa: le due formazioni di Sarri

Primo in classifica con un chiodo fisso e in corsa in Europa: Sarri modifica e vara una alternativa per non mollare nulla ed esserci sempre
Napoli, scudetto e coppa: le due formazioni di Sarri© ANSA

NAPOLI - E’ un patto con se stessi, è un sogno, si può anche pensare che sia la Storia (e senza enfasi): è un’Idea meravigliosa che ronza in testa da un bel po’, che è servita per vivere in quella dimensione onirica che s’avverte lassù, in testa, e che lascia intravedere, all’orizzonte, qualcosa che valga, che resti.

Si scrive scudetto e ormai non si nega più ch’esista questa tentazione, l’amabile ossessione, e che bisognerà inventarsi una vita diversa, magari facendosi in due, per riuscire a convivere tra il campionato e l’Europa League: c’è un Napoli per ogni momento, per qualsiasi partita, per questi quattro mesi che ormai si profilano come la verità assoluta; e ci sono uomini disposti a tutto, a fare gli straordinari o a starsene in panchina, pur di arrivare sino in fondo e poi perdersi nella felicità assoluta. C’è una squadra che pare scolpita nelle distinte arbitrali da una sfida all’altra; poi c’è qualche intuizione che nascerà, nei giovedì che verranno - per il momento quelli con il Lipsia, poi si vedrà - e che proverà a regalarsi un’incredibile momento di gloria.
Ma c’è una sola data nella testa di chiunque, di chi dirige il Napoli, di chi ci gioca nel Napoli, di chi allena questo Napoli, di chi osserva dall’alto o in tv il proprio Napoli: è cerchiato d’azzurro, è il 20 maggio. E per arrivare a quel giorno, bisognerà avvicendare un Napoli e dare la possibilità all’altro, affidarsi al turn-over quasi sistematico, dunque scegliere ben sapendo di aver già scelto: inconsciamente oppure no, consapevolmente.

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FORMULA SCUDETTO: L’11 BASE, GHOULAM. UN PIZZICO DI 4-2-3-1

Vi ci abituerete: sentirete scandire quella formazione sempre, e sistematicamente, e finirete per farne un’abitudine; la ripeterete, semplicemente e a memoria, come si faceva una volta, quando esistevano i numeri. E ora, adeguandovi ai tempi, prendendovi le pause per dare l’impressione che si passi da un settore all’altro, sarà Reina....Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui... Allan, Jorginho, Hamsik... Callejon, Mertens, Insigne. E’ il Napoli di Sarri e lo dicono le statistiche degli ultimi tempi, la tendenza a rivolgersi quasi esclusivamente a loro, a meno che....

OPPORTUNITA’ - Poi magari tra un po’ tornerà Ghoulam, ed allora si aprirà, ma nel tempo, il ballottaggio a sinistra; e poi con l’algerino anche Milik, e può darsi che emerga il desiderio, quando servirà, di rifugiarsi nel 4-2-3-1: però è il calcio vecchio, si direbbe anni ‘70, quello di un’epoca in cui la settimana vuota era un’alleata, aiutava ad allenare secondo ritmi consueti e ritenuti salutari e puntare sul blocco. Sarri ne ha uno tutto suo, ha certezze che sono racchiuse nei risultati e che nella centesima panchina in campionato, sabato sera, non verranno alterati, nonostante Albiol e Mertens abbiano dovuto ieri limitarsi al differenziato: ma l’ottimismo regna sovrano e in giornata dovrebbe ricomparire la normalità e quella filastrocca che sa di formazione.


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L’Europa League è un punticino, in vicinanza, che s‘intravede appena al di là della Lazio: si comincia giovedì 15 febbraio, si prosegue in Germania giovedì 22 febbraio, ma si avanzerà (con la testa) soltanto dopo essere usciti, sabato sera, dal San Paolo, e accadrà, può darsi, ciò che s’è già visto - due anni fa - in Spagna e in Italia, contro il Villarreal, quando il turn-over fu largo e abbondante con sei cambi più o meno annunciati. C ’è un Napoli - 2 (senz’offesa) che ha consistenza e versatilità e che Sarri ha avuto modo di testare in Coppa Italia, contro l’Udinese (soprattutto) ma anche contro l’Atalanta: e poi ci sono le fasi della partita, le sostituzioni a gara in corso, la possibilità di concedere minuti a chiunque.

IPOTESI - Ma in Europa League, tra una settimana probabilmente, scatterà l’ora e mezza - se Reina vorrà rifiatare - di Sepe (due su due in Coppa Italia) e poi in difesa di Maggio, Chiriches (o Tonelli), Kouylibaly e Hysaj. E in mezzo al campo, rispettando anche vocazione e caratteristiche,Rog, Diawara e Hamsik, per sostenere l’atipico tridente formato (presumibilmente) da Ounas, Callejon e Zielinski.


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NAPOLI - E’ un patto con se stessi, è un sogno, si può anche pensare che sia la Storia (e senza enfasi): è un’Idea meravigliosa che ronza in testa da un bel po’, che è servita per vivere in quella dimensione onirica che s’avverte lassù, in testa, e che lascia intravedere, all’orizzonte, qualcosa che valga, che resti.

Si scrive scudetto e ormai non si nega più ch’esista questa tentazione, l’amabile ossessione, e che bisognerà inventarsi una vita diversa, magari facendosi in due, per riuscire a convivere tra il campionato e l’Europa League: c’è un Napoli per ogni momento, per qualsiasi partita, per questi quattro mesi che ormai si profilano come la verità assoluta; e ci sono uomini disposti a tutto, a fare gli straordinari o a starsene in panchina, pur di arrivare sino in fondo e poi perdersi nella felicità assoluta. C’è una squadra che pare scolpita nelle distinte arbitrali da una sfida all’altra; poi c’è qualche intuizione che nascerà, nei giovedì che verranno - per il momento quelli con il Lipsia, poi si vedrà - e che proverà a regalarsi un’incredibile momento di gloria.
Ma c’è una sola data nella testa di chiunque, di chi dirige il Napoli, di chi ci gioca nel Napoli, di chi allena questo Napoli, di chi osserva dall’alto o in tv il proprio Napoli: è cerchiato d’azzurro, è il 20 maggio. E per arrivare a quel giorno, bisognerà avvicendare un Napoli e dare la possibilità all’altro, affidarsi al turn-over quasi sistematico, dunque scegliere ben sapendo di aver già scelto: inconsciamente oppure no, consapevolmente.

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