Ancelotti ha sempre ragione

Ancelotti ha sempre ragione© Getty Images
Alberto Polverosi
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Ma Ancelotti ha sempre ragione? Pare proprio di sì, anche quando forza i suoi ribaltoni come ha fatto ieri, cambiando sette giocatori rispetto all’ultima partita con la Roma, cambiando soprattutto tre centrocampisti su quattro, per schierare al centro la coppia Rog-Diawara. Il Napoli ha toccato punte di gioco spettacolare, rifilato 5 gol all’Empoli (e altrettanti ne ha sbagliati), entusiasmato con Insigne (un gol e due assist), Mertens (tre gol e un assist) e alla fine ha fatto segnare anche Milik. Non solo: il tecnico avrà ora la possibilità di mettere in campo contro il Psg la formazione migliore e i giocatori più freschi, a cominciare da Allan. Perché è a questa sfida di Champions che Ancelotti e tutta Napoli tengono davvero, ieri il Psg ha fatto di continuo capolino al San Paolo, forse più dello stesso Empoli, che in certi momenti ha perfino impegnato i più nobili avversari. 


Questa vittoria è un chiaro avvertimento alla Juventus. Dopo l’1-3 di Torino, il Napoli ha preso piena consapevolezza di se stesso. Può giocare in tanti modi diversi (ieri, per esempio, aveva Fabian Ruiz e Zielinski, vale a dire due centrocampisti, sugli esterni), ma non cambia mai la sua linea. E’ una squadra forte dentro che si è avventata su questo pezzo di campionato con rabbia e qualità. Adesso il calendario è dalla sua parte, toccherà alla Juve resistere. L’assalto è lanciato dal miglior attacco del campionato (24 gol) che ieri ha firmato, con i suoi tre esponenti, le 5 reti della vittoria.
Ci sono altri meriti di Ancelotti in questa partita. L’Empoli è una squadra che Carletto conosce meglio di tutti dopo Andreazzoli. Per due motivi, il modulo e la natura dei giocatori. Ieri sera è partito con l’albero di Natale di cui Ancelotti, se non l’inventore, è stato quanto meno il miglior interprete, ma quello che davvero avvicina i toscani all’idea del calcio di Ancelotti è la ricerca della qualità. Il Milan dei numeri 10 giocava con un solo mediano puro, Gattuso, e metteva insieme Pirlo, Seedorf, Kakà e Rui Costa, oltre al centravanti, Inzaghi o Crespo. Con le dovute proporzioni, l’Empoli ieri sera aveva un mediano corridore, Acquah, e quattro centrocampisti tecnici come Bennacer, Traoré, Krunic e Uçan, più Caputo al centro dell’attacco. Il problema, per una squadra siffatta, è l’equilibrio: bene quando ha la palla, molto meno quando la palla ce l’hanno gli altri. Ancelotti lo sapeva bene, così ha vinto la partita, rubando la palla e piegando la gara a suo favore. 


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