Garcia: «Non sarà solo Roma-Juve»

Il tecnico giallorosso è venuto a trovarci e ci ha spiegato perché non vede l’ora di scoprire la nuova Serie A
Rudi Garcia al Corriere dello Sport-Stadio
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ROMA -  Uno scambio culturale. Lui curioso di giornalismo, noi curiosi di calcio. Siamo tutti nel posto giusto. Rudi Garcia passa per la redazione del Corriere dello Sport-Stadio. Vuole capire come funziona, come nasce quello che lui e tanti altri leggono ogni giorno. C’è l’alchimia giusta, serenità lieve, persino una certa euforia. La stagione sta per cominciare. Per noi che raccontiamo, per lui che ha il compito di fare cose che sia piacevole raccontare. Ha molto da vedere e anche qualche cosa da dire. Ha cominciato a farsi un’idea precisa di quel che il campionato porterà, alla sua Roma come all’intero calcio italiano. Si è convinto che al suo terzo anno nel nostro calcio il gioco diventerà duro, ammesso che sia mai stato altro. Avverte l’orgoglio di far parte di una Serie A che va rigenerandosi e che riacquista prestigio internazionale. Poco importa se tutto questo renderà più complicato il suo lavoro quotidiano. Come dice sempre: si vive di sport per conoscere grandi emozioni. E anche per parlarne e per leggerne.

UN GIRO NELLA STORIA - Nella galleria della storia c'è una traccia forte del suo passaggio. Rudi Garcia scorre le prime pagine del Corriere dello Sport-Stadio, che brillano allineate sui muri della redazione, si interessa ai titoli sulla Ferrari mondiale di Schumacher e sull'assurda morte di Ayrton Senna. Poi si sofferma con orgoglio sulla cornice che lo riguarda più vicino: celebra il record della Roma di due anni fa fissato in una sofferta vittoria infrasettimanale contro il Chievo (1-0, rete di Borriello). Dieci volte a festeggiare nelle prime dieci giornate di campionato, come nessuno in Serie A era mai riuscito a fare. Garcia prende un pennarello, scrive Forza Roma e firma una promessa virtuale: «Batteremo questo record, perché i primati sono fatti per essere superati ». Di scudetto no, è meglio non parlare dopo le polemiche dello scorso anno. Si gioca «con ambizione», come direbbe lui, ma senza proclami. Anche se il duello con la Juventus riprenderà già alla seconda giornata di campionato. Troppo presto, forse? «Non lo so e non possiamo farci niente. Ma per noi non ci sono problemi». Non è indifferenza. Si chiama spirito positivo, questo: quando stila il calendario, il computer non chiede mica il permesso.

RIUNIONE DAL DIRETTORE - Altrettanto gustosa è la conversazione nell’ufficio del direttore, Alessandro Vocalelli. Non un'intervista ma un colloquio rilassato. Quasi una riunione di redazione, visto che proprio su quel tavolo viene creato il giornale. Il tema? Uno sguardo generale sul campionato: «Sarà una stagione molto lunga. Ci sarà più competitività rispetto all'anno scorso». Non più solo Roma-Juve insomma: «Ci sono altre squadre interessanti. Le due milanesi per esempio: quando sono arrivato in Italia, sono rimasto sorpreso nel vedere Inter e Milan così lontane dal giro scudetto. Ora stanno tornando. E poi il Napoli. Se ne parla poco ma è una bella squadra, ha sempre un attacco fortissimo e ha aggiunto qualche buon giocatore: Allan, Valdifiori, Chiriches. Infine la Fiorentina, la regina dell'estate: sono curioso di capire come andrà». Garcia è convinto che il calcio italiano abbia recuperato terreno rispetto alla concorrenza: «Sono arrivati tanti grandi giocatori quest'estate». Forse anche Ibra: «A quanto ne so, lui resta al Psg, club che ha fatto del bene al movimento francese ma è anche un esempio pericoloso. Che succede se il ricco straniero se ne va? Meglio l'idea del Lione, che prevede una crescita graduale come la nostra. Certo, la Roma ha obiettivi più ambiziosi».

GLI AUTOGRAFI, LE FOTO, I TIFOSI - Garcia si presta volentieri alle firme di autografi e foto da lasciare come ricordo al giornale. Per lui, a Roma, è diventata una gradita abitudine. Tanto da ispirargli un desiderio: «Ci piacerebbe aprire le porte degli allenamenti, perché sarebbe bellissimo stabilire un contatto diretto con la gente e perché non abbiamo nulla da nascondere. Purtroppo non è possibile a causa delle problematiche di logistica e sicurezza. Inoltre la tribuna di Trigoria è piazzata davanti al campo sintetico, per noi sarebbe pericoloso cambiare superficie». Continuando la visita, nota su un altro muro il titolo sui 225 gol di Totti, nel giorno dell'aggancio a Nordahl: «Dovete aggiornarlo. Francesco ormai è arrivato a 300. E' una forza della natura, il capitano, un professionista esemplare». Come Pjanic, che gli ricorda se stesso da giocatore: «Un centrocampista offensivo, più bravo nell'ultimo passaggio che nei gol. Ma rispetto a Mire, avevo maggiore qualità io?». Questa naturalmente è una battuta. Non lo è l'auspicio di relazioni migliori tra Lazio e Roma: «Qui c'è una rivalità che in Francia non esiste, visto che nessuna città ha due squadre. Sarebbe bello se ci fosse un rapporto più semplice, più scambi tra loro e noi. A Roma è raro che un calciatore passi da una parte all'altra».

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