Jacobelli: Roma superba, Juve sotto processo

Mai, nella sua storia, la Juve aveva perso le prime due partite di campionato. Basti questa annotazione statistica per capire che cosa significhi la vittoria tutta bosniaca della Roma sui bianconeri e la sconfitta dei campioni d’Italia
Xavier Jacobelli
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ROMA - Mai, nella sua storia, la Juve aveva perso le prime due partite di campionato. Basti questa annotazione statistica per capire che cosa significhi la vittoria tutta bosniaca della Roma sui bianconeri e la sconfitta dei campioni d’Italia. Tanto grande, a tratti spettacolare, decisamente superba è stata la prestazione dei giallorossi quanto insufficiente, inadeguata e arruffona è risultata la prova dei bianconeri. Ora, se è vero che siamo alla seconda di campionato ed è presto per trinciare giudizi definitivi, è altrettanto vero che, raramente, la storia dei confronti fra Roma e Juve, ha visto una supremazia tanto netta della prima rispetto al calcio balbettato della seconda. Pirlo, Tevez e Vidal sono i fantasmi che si aggirano sul prato dell’Olimpico in festa per la spettacolosa punizione di Pjanic e il micidiale colpo di testa di Dzeko, il centravanti da Champions League che alla Roma mancava dai tempi di Batistuta. Nello spirito, nel ritmo e, soprattutto, nel gioco, la Roma ha meritato di vincere, nonostante gli inopinati affanni degli ultimi dieci minuti e paradossalmente patiti dopo l’espulsione di Evra. Garcia, al primo successo sui bianconeri, ha diversi motivi per essere soddisfatto.

Allegri ne ha molti di più per essere preoccupato. E’ stata una domenica nerissima per la Juve: prima ha dovuto dare l’addio a Draxler (e questa operazione dove essere chiusa diverso tempo fa, non alla penultima giornata di mercato), poi il tonfo dell’Olimpico. Secco, assordante, foriero di giorni roventi sulla strategia societaria e sulle mosse di Allegri. Con rispetto parlando per gli interessati, non possono essere Padoin e Sturaro i sostituti di Pirlo e Vidal, mentre Pogba sembra schiacciato dal peso di quella maglia Numero 10. E va bene che mancavano Marchisio e Khedira, ma le assenze non possono mai essere un alibi. Per contro, ha impressionato la Roma. La Roma senza Totti per tutta la partita; la Roma che ha subito lanciato Digne e Falque nella mischia, imponendo il ritmo e l’aggressività di un collettivo indiavolato; la Roma che nel primo tempo ha impedito alla Juve di fare un tiro in porta; la Roma che con De Rossi difensore centrale e Keita a orchestrare la manovra ha dato un saggio di che cosa possa essere capace; la Roma di Pjanic all’ottavo gol su punizione da quando gioca in Italia e la Roma di Dzeko che non è soltanto micidiale in area di rigore. E la prova di forza è stata tale, da mettere in secondo piano sia il mancato rigore accordato per il fallo di Mandzukic su Florenzi sia le discussioni sul penalty reclamato dalla Juve per il fallo di mano di De Rossi. Il verdetto del campo è stato inequivocabile. 


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