Roma-Dzeko, tutti i retroscena: una storia iniziata 9 mesi fa

Pallotta ha chiamato Sabatini a dicembre. L'affare è stato in dubbio fino all'ultimo
FOTOSEQUENZA La corsa di Dzeko sotto la Sud
Roberto Maida
3 min

ROMA - C’è un momento per crescere e gioire. Ma prima, nella logica della vita, viene sempre il concepimento: l’embrione dell’affare Dzeko è nato a dicembre, in una riunione fra il presidente Pallotta, il direttore sportivo Sabatini e l’allenatore Garcia. In quel confronto, durato fino alle tre del mattino, tre uomini hanno individuato la principale necessità della Roma, che all’epoca ancora dava fastidio alla Juventus ma in Champions League era stata eliminata proprio dal Manchester City di Dzeko: serviva un centravanti, un grande centravanti, che potesse consentire di stravolgere in positivo il potenziale offensivo della squadra e di smontare un ridicolo luogo comune («Garcia non vuole i bomber»). [...]

GENESI - Eppure per la Roma, società già punita dall’Uefa per il fair play finanziario, è stato molto difficile arrivare a Dzeko. La trattativa è partita a marzo, quando Sabatini ha preso il volo per l’Inghilterra. In molti pensarono che il motivo del viaggio fosse l’ingaggio di James Milner, che si sarebbe svincolato dal City. Invece l’idea era incontrare il ds Beguiristain, ex ala del Barcellona, per capire la disponibilità a trattare Dzeko. Disponibilità che, a certe condizioni, era già reale. Bisognava solo trovare i soldi per giocare a quel tavolo. [...]

ACCORDO - «Ma non è stato merito mio. Sono stati bravi i dirigenti della Roma» spiega Pjanic. Bravi a trovare un’intesa con lui, ancora prima che con il Manchester City. E’ successo a giugno, quando una persona molto vicina a Sabatini ha incontrato Dzeko in un albergo di Zenica prima di Bosnia-Israele. La Roma si impegnava a comprarlo, lui a non accettare altre offerte: Porto, Arsenal e non solo.

CORSA - Il patto è stato rispettato. Per questo Dzeko oggi fa sognare la Roma e incassa valanghe di complimenti dagli avversari. Come Roberto Mancini, che lo ha voluto al City quando segnava gol a catinelle nel Wolfsburg e che ieri gli ha recapitato i complimenti. Ma prima che tutti fossero felici, compreso Manuel Pellegrini che assicura sia «stato meglio sia per noi che per Edin separarci», l’affare ha rischiato di saltare per la rigidità del Manchester, non disposto a scendere oltre il tetto dei 20 milioni. Poco prima del blitz inglese finale, Sabatini ha confidato ai collaboratori: «E’ l’ultimo tentativo. Se dicono no, mollo». Non ha mollato, pare.

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