Roma, futuro in bilico: Garcia, dieci giorni per salvarsi

L’esame decisivo in Champions: se non passa, si cambia
Guido D’Ubaldo
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ROMA - La posizione di Rudi Garcia resta in bilico. Alla figuraccia contro il Barcellona ha fatto seguito la prima sconfitta interna della stagione. La partita chiave resta quella contro il Bate Borisov. Alla qualificazione agli ottavi di Champions resta legato il destino di Garcia. Pallotta è molto deluso, arriverà a Roma per la partita contro i bielorussi (e per ricevere un premio) e farà il punto della situazione con i dirigenti. In caso di fallimento anche in Europa il cambio di allenatore è quasi scontato. Gli interrogativi sul tecnico francese restano, anche se per i dirigenti sarebbe molto complicato trovare una soluzione in corsa. Preferirebbero gestire il cambio tecnico a fine stagione, quando ci sarebbe più tempo e più disponibilità di allenatori liberi. La società prova a sostenere ancora Garcia, ma i prossimi risultati saranno decisivi. Ad oggi, però, non c’è un profilo considerato ideale per un cambio in corsa. La scelta sarebbe più ampia se si decidesse a giugno, ma la Roma potrebbe non avere tempo di aspettare. La crisi ormai è aperta e se non viene risolta si deve correre ai ripari. La prossima partita di sabato contro il Torino potrebbe acuire la crisi, ma non sarà neppure quella decisiva, perchè solo quattro giorni dopo c’è la sfida di Champions all’Olimpico.

PRO E CONTRO - La società non ha chiamato nessuno, ma ci sono stati sondaggi indiretti. Spalletti tornerebbe di corsa, a Roma ha lasciato un buon ricordo, i suoi figli più grandi studiano nella Capitale. Il suo ritorno sarebbe accolto positivamente dalla tifoseria giallorossa, che si ricorda i bei tempi del 4-2-3-1 che stupì non solo in Italia ma nache in Europa. Capello è un target elevato, che prevederebbe una spesa importante, anche solo per sei mesi. Il tecnico bisiaco è libero dopo la risoluzione del contratto con la federazione russa della scorsa estate. Ha vinto l’ultimo scudetto della Roma nel 2001, ma in questo caso parte della tifoseria non accetterebbe un suo ritorno. L’ideale sarebbe Ancelotti, ma ha fatto sapere che fino a giugno resta fermo e poi preferirebbe tornare su una panchina della Premier. La Roma resta un suo pensiero per il futuro. Un’altra candidatura è quella di Mazzarri, Sabatini lo aveva contattato nell’estate del 2013, prima di prendere Garcia. Poi il tecnico toscano ha scelto l’Inter e i rapporti non sono rimasti buoni. Ma quello di Mazzarri è un nome che circola a Trigoria. 

ADESSO O A GIUGNO - Nelle ultime ore ha preso piede una soluzione ponte. Un allenatore di alto profilo per concludere questa stagione, prima di lasciare il posto ad Antonio Conte, con il quale ci sono stati un paio di contatti nei mesi scorsi. Ma deve essere un personaggio affine all’attuale c.t. della Nazionale. Il nome giusto potrebbe essere quello di Marcello Lippi, pronto a tornare in pista per un progetto serio e disponibile a restare poi con una figura da direttore tecnico. Più difficile pensare a Cesare Prandelli, che a Roma c’è stato di passaggio undici anni fa, quando fu costretto a dimettersi a causa della malattia della moglie Manuela. Ha voglia di tornare in panchina, dopo l’esperienza finita male in Turchia nel Galatasaray. La Roma proverà ad andare avanti con Garcia, ma arriverà il momento della resa dei conti. La speranza è che il tecnico francese riesca a risollevarsi e a far ripartire la squadra. Ieri Sabatini, al termine della partita è andato negli spogliatoi a parlare ai giocatori: «Mettiamoci a testuggine», ha detto e poi ha abbracciato Garcia fuori dallo stanzone riservato alla Roma.


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