Riccardo Viola: «Con papà la Sud non sarebbe mai stata vuota»

A 25 anni dalla scomparsa del compianto presidente della Roma, il figlio a Dagospia: «Dino voleva lo stadio già trent'anni fa, gli diedero del palazzinaro»
15 le panchine di Liedholm, tecnico giallorosso con più presenze nei derby di Serie A (in foto con Dino Viola)© Bartoletti
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ROMA - Era un visionario. Ma tutti gli davano del palazzinaro. Quando Dino Viola iniziò a perorare la causa Stadio per la Roma correva l'anno 1984. I giallorossi viaggiavano sull'onda dell'entusiasmo poco dopo lo scudetto vinto e la squadra che mise su il compianto presidente prese l'etichetta di "magica". Trent'anni fa Viola sognava un impianto a misura di tifoso, con cinema, negozi, musei e vita giallorossa sette giorni su sette. Roba da fare invidia all'Allianz Arena di oggi. Lo conferma in un'intervista rilasciata a Dagospia il figlio di Dino, Riccardo Viola: «Dopo le iniziali diffidenze anche il Coni si era convinto della bontà del progetto che incontrò fortissime resistenze nell’opinione pubblica...mio padre fu equiparato a un palazzinaro e dovette chiarire che era ingegnere meccanico ...».



LA SUD MAI VUOTA - Ricordi. Che diventano amari quando Viola jr. pensa alla Curva Sud e all'attuale protesta dei tifosi giallorossi messa in atto contro i provvedimenti del Prefetto Gabrielli: «Se ci fosse stato Dino Viola - le sue parole a Dagospia -, la curva non sarebbe mai stata vuota. Bisognava evitare che lo stadio si presentasse in quella veste. Stiamo facendo un regalo a tutte le altre squadre. È come giocare a porte chiuse. Pallotta non ha colpe ma la curva vuota è una sconfitta per tutti. Si può trovare ancora una soluzione. Auspico la costituzione di un tavolo fra il Comune, il Prefetto, la Questura e i rappresentanti del tifo. E poi mi chiedo: è solo la Curva Sud fuorilegge?»

SPALLETTI OMAGGIA DINO VIOLA


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