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ROMA - Luciano Spalletti sostiene che una squadra in difficoltà è maggiormente soggetta a infortuni e problemi fisici. Perché, argomenta, nel tentativo di di scavalcare i limiti del momento inevitabilmente s’inciampa. Analogo fenomeno si verifica al momento del cambio di allenatore. Quando tutti i giocatori cercano di farsi conoscere e si spacciano per combattenti indomiti. Magari lo sono e si lasciano trascinare sul terreno ostile dalla propria intraprendenza. A rigor di logica l’impatto dovrebbe essere pesante anche sul computo delle ammonizioni, eventualmente delle espulsioni. Per le medesime ottime ragioni. Invece passare da Rudi Garcia a Luciano Spalletti ha fatto bene ai giocatori della Roma sul piano della disciplina individuale. Significa forse che la Roma non è più in difficoltà. Oppure Spalletti rompe talmente sull’argomento che mantenere la calma è preferibile allo starlo a sentire.
BRIENZINA, GAFFE CONTRO SPALLETTI -
PUNTI DI VISTA - Se i referti di partita non ingannano, nel girone di andata del campionato, quello che ricade nella responsabilità di Rudi Garcia, la Roma su 19 partite ha incassato 46 cartellini gialli (più altri 10 tra Champions League e Coppa Italia) e 4 cartellini rossi. Fra questi ultimi, il primo nella vita di Edin Dzeko. Nelle 7 partite successive, sotto la giurisdizione di Spalletti, le ammonizioni sono 9, le espulsioni una (a essere precisi Nainggolan con il Sassuolo va fuori per doppio giallo, il che porta le ammonizioni a 11). Ma soprattutto accade un fenomeno non comune nella Serie A italiana: la Roma chiude 3 gare (con Verona, Carpi e Palermo) senza neppure un’ammonizione. Meglio ancora, o peggio ancora a seconda dei punti di vista: zero gialli pure nell’ottavo di Champions League con il Real Madrid.
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