Spalletti: La Roma è la famiglia. Voglio tutti allo stadio

Il tecnico giallorosso: «A Empoli tifosi decisivi per farci sentire a casa. Ora riempino l'Olimpico. Se resto qui, è per lo Scudetto. Qui c'è tutto per vincere»
Spalletti #pelatoso, le smorfie sui social
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ROMA - «A Empoli siamo stati quasi perfetti, abbiamo comandato la partita, abbiamo fatto tante cose in una sola partita e c'era anche il nostro pubblico. È stata una vera prova di forza e il pubblico ci è stato di supporto fondamentale. Il tifo ha fatto la differenza, sentirli vicino ci ha fatto sentire a casa. Se vogliamo avere qualche chances in più, c'è bisogno di loro, la squadra ha bisogno di loro. E mi auguro di vederli con noi anche quando giochiamo nella nostra casa». Così Luciano Spalletti a Roma Radio chiama a raccolta il tifo romanista per questo finale di stagione. «Domenica ho avuto una grande risposta dalla squadra, avevo fatto delle scelte delicate e dal gruppo è arrivato un grande messaggio. La nostra squadra è un branco di lupi, ma fuori restano sempre altri lupi che possono aiutare. Bisogna far nascere e crescere altri leader, portare al livello dei nostri campioni anche chi ancora non lo è.

Venerdì tutti allo stadio? E se non andiamo tutti venerdì, se non ora, quando? Se non dovesse succedere, allora può nascere qualche dubbio, che si anteponga qualcos'altro alla Roma. La Roma è importante come la famiglia, le altre cose vengono tutte dopo e quelli che evidenziano, parlano di questo amore profondo, questo tatuaggio infinito nel cuore, ora è arrivato il momento di dimostrarlo»

BASTA CON GLI ALIBI - Parla anche a Radio Anch'io Sport il comandante di una Roma rinata sotto la sua gestione e giunta alla sesta vittoria consecutiva in campionato. «La squadra si è riappropriata della sua qualità, che già possedeva, aveva dentro - ha riconosciuto il tecnico - Si è lavorato soprattutto sulla fiducia e sul dialogo con i giocatori, provando a organizzare le cose, e così si è innestato il meccanismo che porta a prendere consapevolezza delle nostre possibilità. E con un po' di fortuna si riesce a vincere alcune partite». Un mese e mezzo di Roma, dopo la sua prima volta: «Ma non ho trovato molta differenza tra oggi e allora. Sento ancora gli stessi discorsi, 'A Roma non si può lavorare, non si può fare calcio, non si può vincere...'Questi pensieri, questi alibi sono il nostro nemico numero uno. Io dico che qui ci sono tutte le qualità per lavorare bene. C'è tutto: una città bellissima, un club bellissimo, dobbiamo avere la responsabilità di sfruttare questo grande privilegio e provare a imporre il nostro stile, il nostro modo, creare una strada nuova».

ELOGI A SABATINI E EL SHAARAWY - Sul direttore sportivo della Roma l'allenatore non ha dubbi: «Credo sia uno dei più bravi del nostro calcio. Spero che continui a fare il suo lavoro nella Roma». Quanto al Faraone, approdato in giallorosso con il mercato di gennaio, il tecnico ha avuto per lui parole di elogio: «È un talento, ha tecnica e estro, insieme alla velocità. Ti ribalta l'azione da solo e la risolve. L'abbiamo visto anche sabato. Lui è anche un bravissimo ragazzo, semplice. A volte anche diverso da quel che sembrerebbe vedendolo così. Poi però bisogna che continui a crescere di mentalità, di carattere nelle cose che fa, perchè come tutti quelli che hanno estro e qualità, poi perdono qualche altra caratteristica che per il nostro calcio, e per quello nel quale giocherà Stephan, diventa importante».

CON TOTTI È TUTTO OK - Il caso Totti sembra ormai rientrato: «Francesco è uno dei calciatori più importanti che ho a disposizione, ma un allenatore si trova a fare anche scelte diverse. Io sono venuto qui per allenare la Roma. Lui è venuto fuori da un infortunio ed ora è un periodo che si allena bene. Tra me e lui c'è stato un malinteso che è dispiaciuto ad entrambi. E' tutto ok. Quello che lui deve fare è semplice: parlerà col presidente ed io non ho alcuna voglia di interferire. Io spero che Francesco chieda quello che gli suggerisce il suo cuore, che spesso gli ha dato suggerimenti corretti. Se ci sarà un confronto, io sarò al fianco di Francesco ma senza disturbare nulla. Io tento di avere altri calciatori come Totti nella mia squadra».

VOGLIO LOTTARE PER LO SCUDETTO. JUVE SOLIDA MENTALMENTE - «Se rimango alla Roma - conclude - voglio avere la possibilità di poter competere per lo Scudetto anche perché secondo in classifica ci sono arrivato già diversi anni. Contro il filotto della Juventus di questi anni non puoi farci niente, ha dimostrato grande solidità mentale. Il vincitore è quello che mantiene la solidità mentale, questa è la differenza tra chi vince e l'ipotetico vincitore».

 


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