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ROMA - Un’esultanza condivisa è diventata il marchio di fabbrica: le quattro mani che formano un triangolo e ricordano le piramidi. Come nella poesia di Alessandro Manzoni, adesso i due egiziani della Roma si spostano sulle rive del Manzanarre, il fiume di Madrid, per cercare la gloria da lasciare ai posteri. E’ nata un’alleanza di pelle e di anima, tra El Shaarawy e Salah, due talenti del ‘92 che per motivi diversi stavano per perdersi e che con il lavoro di Spalletti si sono trasformati in un’arma micidiale.
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IMPATTO - El Shaarawy, che è egiziano per metà essendo nato a Savona e ha scelto la nazionale italiana, è ormai un tesoro per la Roma: dal suo arrivo si sono incasellate sette vittorie su sette in campionato e niente accade per caso. Cinque gol (e due assist) in 465 minuti sono una rete a partita, su livelli medi non lontani da Gonzalo Higuain. Ne sarà felice Antonio Conte ma anche il Milan, che Sabatini ha già sentito per trattarne il riscatto entro il 15 giugno: da contratto costerebbe 13 milioni, la Roma mira a ottenere una dilazione del pagamento in varie rate e magari uno sconto ma è difficile, nonostante gli ottimi rapporti tra i club,che Galliani acconsenta. Per assurdo già questa cifra, 13 milioni, per El Shaarawy non sembra più esagerata.
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