ROMA - Pantaloncini corti, occhiali da vista e il compagno di gita più logico: Emerson Palmieri, connazionale in una Roma che sta rinnovando il suo parco brasiliani. «Ma io sono più italiano che brasiliano, ormai» scherza Leandro Castan, che ha trascorso le ore libere concesse da Spalletti al Dubai Mall, uno dei centri commerciali più visitati del mondo.
CONDIZIONI - C'è un'atmosfera rilassata, vacanziera, nella spedizione della Roma. Ma per Castan anche questo piccolo tour negli Emirati Arabi può avere risvolti importanti sul futuro. «Non lo so cosa succederà, vediamo - spiega - io spero di restare...». Lo dice con un'aria orgogliosa, per niente dimessa, perché è convinto che il peggio sia passato: «Sì, adesso sto bene, molto bene. Mi mancano solo le partite».
CRESCITA - Ma il lavoro e l'abnegazione pagano. E prima o poi chiunque ha il diritto di riscuotere il credito con la sorte. Castan non ha mai smesso di desiderare quello che ha perso, la sensazione di leggerezza e la sicurezza di giocare. «Altrimenti non mi sarei operato alla testa, con tutti i rischi che quell'intervento comportava» raccontava nei mesi scorsi, rivivendo l'incubo di quella brutta parola chiamata cavernoma.
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