Spalletti-Sabatini: un patto di ferro per la grande Roma

La stima reciproca e il ruolo determinante del tecnico per convincere il diesse a restare. Presto nuovo vertice
Spalletti-Sabatini: un patto di ferro per la grande Roma© AS Roma via Getty Images
Guido D'Ubaldo
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ROMA - Patto di ferro tra Spalletti e Sabatini per fare grande la Roma. I due si sono trovati in piena sintonia sulla volontà di lavorare insieme nella prossima stagione. Sono stati giorni importanti per il futuro della Roma, perchè la scorsa settimana c’è stata la svolta riguardo il prosieguo del rapporto di Sabatini con il club di Pallotta. Tutto è avvenuto in pochi giorni. Venerdì della scorsa settimana il direttore sportivo aveva incontrato il Bologna, studiando strategie e informandosi sul futuro. Il giorno dopo ha chiamato Fenucci dicendo di doversi disimpegnare.

Decisivo, al di là dell'azione di recupero portata avanti in queste settimane da Baldissoni, l'intervento di Spalletti con Pallotta. L'allenatore ha capito che senza Sabatini, con un ufficio di direzione sportiva con varie anime, sarebbe stato difficile operare per costruire una Roma competitiva. Il tecnico ha ricoperto un ruolo importante per convincere a restare il diesse. A Trigoria martedì scorso c'è stata una riunione riservata tra Spalletti e Sabatini, alla quale non ha partecipato nessun collaboratore, neppure Massara che segue Sabatini come un’ombra.

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MERCATO INSIEME - Il tecnico e il direttore sportivo hanno gettato le basi per lavorare in vista della prossima stagione. Ci sarà un ampio confronto sul mercato, con la massima condivisione dei giocatori da acquistare. I due in questi mesi hanno imparato a conoscersi meglio e ad apprezzarsi.

Sabatini riconosce le grandi qualità di allenatore di campo di Spalletti. Sin dai primi giorni è rimasto stregato dai sistemi di allenamento del tecnico toscano. Il direttore sportivo ha apprezzato anche il ruolo di leader dell’allenatore, anche con i giovani. Spalletti da quando è arrivato ha dovuto fare un grande lavoro molto di corsa, per riportare la Roma in zona Champions. Non ha potuto dare molto spazio ai giovani, ma li ha sempre fatti sentire importanti, ha parlato spesso con loro alla fine dell’allenamento.

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