INVIATO A BOSTON - Gli occhi da cerbero possono trasformarsi in occhi da cerbiatto se la chiamata per un autografo e una foto arriva da un ragazzino greco che indossa la maglia di Samaras, attaccante piuttosto amato in patria. Kostas Manolas è un duro buono e si lascia intenerire dal giovane connazionale, seguito a ruota da Torosidis che addirittura supera la ringhiera per accontentare la richiesta.
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UMORE. «Non mi sembra infelice» ha detto Pallotta. «Parliamo di un problema che non esiste» gli fa eco Spalletti. Il senso è abbastanza chiaro. Manolas è un difensore bravo, ha tante richieste di prestigio, ma è meglio che non le valuti con eccessivo interesse perché la Roma non lo farà. Altro discorso è l'adeguamento del contratto, una promessa che Sabatini onorerà. Resta da capire quando - la Roma dice a settembre, Manolas preferisce garanzie prima del playoff di Champions League - e per quanto: l'aumento di stipendio, partendo dagli 1,5 milioni più bonus attuali, non potrà essere puramente simbolico per allontanare le tentazioni inglesi.
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