Lo psicologo Morelli: «Fenomeno Totti, Spalletti hai perso tu»

«Luciano coesista con il fuoriclasse. E non ne parli più. Un grande tecnico deve saper stare con un campione così»
Lo psicologo Morelli: «Fenomeno Totti, Spalletti hai perso tu»© AS Roma via Getty Images
Xavier Jacobelli
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ROMA - E’ una questione di testa. E di leadership. Al riguardo, il professore non ha dubbi. Del resto, potrebbe mai averne uno del suo calibro? Psichiatra, psicologo e scrittore di successo, personaggio televisivo apprezzato per la capacità divulgativa coniugata al rigore professionale, fra i suoi libri Raffaele Morelli ha scritto anche: «Il talento. Come scoprire e realizzare la tua vera natura», «Realizzare se stessi», Lezioni di autostima», «Come imparare a stare bene con se stessi e con gli altri».

Non è dato sapere se queste opere figurino nella biblioteca di Luciano Spalletti. A proposito del quale, Morelli afferma: «Di sicuro, l’allenatore della Roma è un leader, riconosciuto dai propri giocatori per la bravura, la serietà, la preparazione. Senza dimenticare la grande abilità dialettica che traspare dalle sue sortite mediatiche. Ma anche Totti è un leader. E qui sta il punto: la leadership del tecnico non può e non deve essere mai messa in discussione nello spogliatoio. A meno che, a rompere l’equilibrio non sia il Genio, il Fuoriclasse che, per sua stessa natura, è imprevedibile e in quanto tale, incontrollabile, capace di prodezze inaudite, pronto ad accendere con i suoi colpi la passione di chi ama il calcio».

LA TESTA - Lo conferma ciò che è avvenuto nella seconda domenica di settembre allo stadio Olimpico. Il copione di Roma-Samp intriga Morelli anche il giorno dopo: la partita che si mette male per i giallorossi, lo stop per il diluvio, Totti che entra e ribalta i doriani. Totti che scherza: «Visto? Ho riportato il sole». Totti che confida: «Se avessi pensato di sbagliare, non avrei tirato il rigore. Per rimanere a certi livelli, la testa ti aiuta in tutto, poi conta molto la serenità che mi trasmette la mia famiglia. Quando sei libero di testa, puoi fare tutto». Totti che subito dopo si domanda: «Se sto così bene, perché mai dovrei ritirarmi?» Già, perché?

COESISTERE - Morelli è il presidente dell’Istituto Riza, un gruppo di ricerca che pubblica la rivista Riza Psicosomatica e altre testate specializzate. Scopo precipuo: «Studiare l’uomo come espressione della simultaneità psicofisica, riconducendo a questa concezione l’interpretazione della malattia, della sua diagnosi e della sua cura». E’ anche vicepresidente della Società Italiana di Medicina Psicosomatica (Simp). Se il nemico più infido della Roma, dopo la Samp, è il rapporto di Spalletti con Totti, Morelli sa come neutralizzarlo: «Un grande allenatore conosce quanto sia pericolosa una situazione del genere e, proprio da grande allenatore, sa che l’unica strada praticabile sia la coesistenza. Non esistono alternative. Ho seguito l’evoluzione della vicenda sin dal primo giorno del ritorno di Spalletti alla Roma e, francamente, credo che l’errore più grande sia stato parlarne sin troppo. Non da parte di Totti, evidentemente, la cui condotta è stata esemplare: non ho mai mai letto o ascoltato una parola che fosse andata sopra le righe; a prevalere sono stati sempre l’amore per la squadra e l’interesse collettivo. D’altronde, non si arriva a 40 anni mantenendosi ai massimi livelli se non si coltiva il rispetto per se stesso, abbinando un’incredibile professionalità ad una straordinaria volontà di stupire».

ALLEGRI - La conversazione scivola sugli illustri precedenti che costellano la storia del calcio, capitolo: Se il Genio è troppo ingombrante per chi l’allena. Si parla di Pirlo e Allegri, di quando Pirlo lasciò il Milan e si disse e si scrisse perché in rotta di collisione con Allegri. Che tutto avrebbe immaginato, il giorno in cui Berlusconi lo esonerò, fuorché ritrovare Pirlo a Torino: insieme i due hanno vinto con la Juve. Morelli, giocatore in attività e tifoso rossonero più che mai in gramaglie dopo la sconfitta interna con l’Udinese, sospira. «Già, Pirlo. Non furono né Allegri né Galliani a lasciarlo andare alla Juve, che errore imperdonabile. Così come non fu Galliani a vendere Ibrahimovic e a non volere Sarri... Ma tornando ad Allegri: parlavamo prima di come si debba comportare un grande allenatore. Ecco, Allegri ha dimostrato di esserlo anche nel rapporto con Pirlo, nella gestione di Pirlo. Né lui né il giocatore sarebbero riusciti a dare il massimo se non fossero stati capaci di tenere le fila di un’esperienza durante la quale hanno dimostrato maturità e saggezza».

L’ALLENAMENTO - Dopo la Samp, Spalletti ha dichiarato: «Totti può giocare altri cinque anni se si allena come sta facendo ora. Sta tirando fuori una disponibilità che prima non aveva. Francesco è infinito: fa le cose per cambiare le cose». Il professore sorride: «Vede? Se l’allenatore della Roma elogia così il suo capitano, ha una ragione di più per coesistere. Anche perché, evidentemente, se Totti lavora in questo modo il merito è pure dell’allenatore. A vincere è il gioco di squadra, purché sorretto dal rispetto dei ruoli. Sempre».

 


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