La Roma blinda la difesa: zero gol nelle ultime tre gare

Il rientro di Rüdiger, l'esplosione di Fazio, la crescita di Emerson Palmieri e il modulo a "tre e mezzo". Così Spalletti ha chiuso la porta. Lazio e Milan a secco
La Roma blinda la difesa: zero gol nelle ultime tre gare© ANSA
Valerio Minutiello
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ROMA - La Roma ha cambiato pelle, e ha blindato la difesa. Le prime due sfide del trittico di fuoco - derby, Milan e Juve - le ha vinte grazie ai duelli fisici, ai muscoli, e soprattutto incassando zero gol. Se ci mettiamo anche la trasferta inutile in Romania con l'Astra Giurgiu in Europa League sono tre partite senza subire reti. Lo spettacolo ne ha risentito è vero, la squadra di Spalletti ha badato meno alla forma e più alla sostanza, ma questo non è mai un problema quando si vince.

RIVOLUZIONE IN DIFESA - Del resto la priorità del mercato estivo era proprio rinforzare la difesa, su cui la Roma ha investito moltissimo: a luglio sono arrivati Bruno Peres, Juan Jesus, Mario Rui, Vermaelen, Fazio. Non è stato facile però all'inizio far funzionare la macchina. Mario Rui si è infortunato nella tournée negli Stati Uniti e Spalletti non lo ha mai avuto a disposizione. Vermaelen è partito malissimo, facendosi espellere per un fallo ingenuo con il Porto, poi è sempre stato in infermeria, vittima di una fastidiosa pubalgia. Rüdiger è tornato a fine ottobre dall'infortunio subito prima degli Europei, Juan Jesus non ha mai dato garanzie, e Fazio ha avuto bisogno di un po' di tempo per integrarsi. Ecco perché all'inizio la difesa traballava molto: i tre gol incassati dal Porto all'Olimpico sono costati l'eliminazione dalla Champions. Poi due reti a Cagliari e tre a Torino hanno portato via punti preziosi.

LA CRESCITA - Ora però, con il rientro di Rüdiger, tornato ai suoi livelli a tempo di record, l'esplosione di Fazio e la garanzia Manolas, uno degli "intoccabili", la difesa è di nuovo solida. Spalletti ha trovato il modo per farla rendere al massimo con il modulo a "tre e mezzo", varato nella vittoria al San Paolo per 3-1 contro il Napoli. L'allenatore della Roma l'ha spiegata in parole molto semplici: «Fase difensiva a quattro, in fase di impostazione a tre». In questo contesto va considerata anche la crescita di Emerson Palmieri, che Spalletti ha sempre difeso con forza dalle critiche e ora sta finalmente dimostrando il suo valore con ottime prestazioni sul campo. Parte del merito va dato al filtro di centrocampisti lottatori come De Rossi, Nainggolan e Strootman, indispensabili nel blindare la difesa.

AMARCORD - Spalletti chiuse la sua prima esperienza a Roma dopo una sconfitta all'Olimpico con la Juve. Nella sua ultima conferenza, diventata un cult, sbottò e sbattendo le mani sempre più forte sul tavolo disse: "Il tacco, la punta, il tacco, la punta, e così non si vincon le partite". Poi diede le dimissioni. Ecco, questo concetto ora sembra essere riuscito a inculcarlo alla squadra.

ORA LA JUVE - Contro Lazio e Milan non è stata una Roma bellissima, ma solida e cinica. Szczesny ha parato il rigore a Niang sullo 0-0, cambiando le sorti del match, ma per il resto gli interventi che ha fatto in 180 minuti si contano sulle dita di una mano. Adesso c'è la Juventus allo Stadium, sicuramente la prova più difficile del campionato. In sei sfide in quello stadio sono arrivate altrettante sconfitte, con 18 gol incassati e solo 3 segnati. Numeri pesanti, Spalletti però ci ha giocato solo una volta, l'anno scorso. Aveva preso la Roma da dieci giorni, trovandola a pezzi fisicamente, e fece una buona partita. Se non fosse stato per la prodezza di Dybala che decise l'incontro al 77', probabilmente sarebbe uscito con un pareggio prezioso in quel momento. Adesso ha la possibilità di riscattarsi. La sua Roma ha incassato solo due gol in più della Juventus in campionato finora, 16 contro 14, ma è in vantaggio di 1 nei gol realizzati: 36 a 35. Nelle ultime 5 sfide sia lui che Allegri ne hanno vinte 4 e persa una. Sarà un bel duello.


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