"A Roman to the Core and the Core of Roma": il New York Times celebra Totti

Con un articolo alla vigilia di Juventus-Roma, il quotidiano americano ha elogiato la carriera e l'amore per la maglia del capitano della Roma
"A Roman to the Core and the Core of Roma": il New York Times celebra Totti
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ROMA - La stima per Francesco Totti e per la sua straordinaria carriera con la maglia della Roma non ha confini: a celebrare il numero 10 ci ha infatti pensato addirittura il New York Times, che alla vigilia dello scontro scudetto con la Juve ha pubblicato un articolo intitolato "A Roman to the Core and the Core of Roma". Il quotidiano americano fa infatti riferimento all' "ardore col quale l'eterno capitano non è solo stampato sulle mura, ma nell'anima della città: Totti non appartiene solo alla Roma, ma a Roma". il "Romano nel cuore e Core di Roma", come si legge nell'articolo firmato da Rory Smith, ha rifiutato tante offerte dai migliori club del mondo nel corso della sua lunga carriera pur di restare nella squadra per la quale ha sempre tifato e cercare di aiutarla a raggiungere i vertici del calcio europeo.

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All'interno dell'articolo le parole del capitano, raccolte dai giornalisti del New York Times in visita a Trigoria alcune settimane fa: «Sono fortunato ad aver vestito una sola maglia in carriera, è fondamentale per me.  E' qualcosa che ho sempre voluto, essere uno di quei giocatori che indossano gli stessi colori, un tifoso e un giocatore della stessa squadra. Il mio è un amore per il calcio, ma anche per la Roma. Il calcio è una passione, più di un gioco. Ma più di tutto c'è l'amore per la Roma. Non conta nient'altro. Ho 40 anni, lo so, numericamente me li sento, ma fisicamente no. E continuerò a giocare finché mi divertirò». Il giorno del ritiro, insomma, ancora non è stato fissato. «Non ci sto pensando, non so cosa farò. Ma so che sarà un'altra vita, un altro mondo. Mi piacerebbe che nel settore giovanile ci fosse qualcuno pronto a fare quello che ho fatto io o che sta facendo De Rossi, ma nel calcio moderno, purtroppo, è difficile» conclude il numero 10.

 

 

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