Roma, Totti: «Perché se non gioco Spalletti vuole il mio rinnovo?»

Il capitano giallorosso: «Spalletti è un grande allenatore; tra un anno potrei essere ancora in campo. Ho capito subito che Ilary era la donna della mia vita»
Roma, Totti: «Perché se non gioco Spalletti vuole il mio rinnovo?»
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ROMA - Francesco Totti, protagonista de "L'Intervista", si è confessato a Maurizio Costanzo, amico e da sempre sostenitore della Roma e del suo capitano. Il numero dieci giallorosso ha ripercorso le fasi più emozionanti della sua carriera di giocatore e di padre e di quello che potrebbe riservargli il futuro a quasi 41 anni. 

IL GOL INDIMENTICABILE - «Gol indimenticabile? Quello dello Scudetto, anche se è banale dirlo. Speravo di farlo prima o poi, è un sogno che sono riuscito a realizzare, sotto la curva».

MAZZONE E CAPELLO - «Esordii in Serie A con Boskov e l'anno successivo arrivò Mazzone e così ebbi la fortuna di conoscere una grande persona. Era veramente come un padre.

Dal punto di vista calcistico era il top di quel momento. Mi ha gestito benissimo per l'età che avevo. Lui mi ha dato tutto e io ho cercato di dargli tutto indietro. Capello è il numero uno degli allenatori per fare una squadra competitiva per vincere»

SPALLETTI IL FUTURO DELLA ROMA - «Cosa domanderei a Spalletti? Lui dice sempre che se non rinnovo va via, ma se io firmo e poi non gioco, che firmo a fare? A parte gli scherzi Spalletti è un allenatore bravissimo, è l'allenatore del futuro, può far vincere la Roma. Io spero che possa rimanere veramente»

DOVE TI VEDI TRA UN ANNO? - «Fra un anno dove vedremo Totti? O sui campi di calcio attuali, o dirigente della Roma, ma non dietro una scrivania, non so però che cosa... Oppure lascerò il calcio e farò qualcosa d'altro: ho in mente qualcosa, negli ultimi mesi ho riflettuto tantissimo, ho preso una decisione, ma aspetterò maggio o giugno. Al massimo potrei fare il procuratore, vado a cercare talenti, dovrei capirci di calcio, poco dovrei capirci... La Cina? Qualcosa si muove. Non è vicina, non è semplice, dovrei spostare tutti, però…» 

MA MI DIVERTO ANCORA - «Io mi diverto ancora a giocare e finché provo gioia a scendere in campo perché devo smettere? Solo pensare di scendere in campo, lo spogliatoio, la partitella, l'allenamento, tutto questo mi diverte». 

ALLENATORE? NO, GRAZIE - «Non mi piacerebbe allenare la Roma perché non voglio fare l'allenatore. Sarei uno contro trenta, i giocatori sono una massa di paraculi e se si mettono tutti insieme... C'ho pensato, ma caratterialmente non mi sento sicuro di provare l'esperienza d'allenatore».

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VOLEVO GIOCARE COL FENOMENO - «Maradona è il calcio, di un'altra categoria. Roberto Baggio ha fatto la storia del calcio italiano, una grande persona sia in campo che fuori. Alex (Del Piero) è un amico, ha fatto la storia della Juventus e ha vinto tutto quello che c'era da vincere, abbiamo fatto e vinto un mondiale insieme. Cassano se fosse rimasto a Roma avrebbe potuto fare una carriera simile alla mia, ma ha preferito ascoltare altre voci. Matto di testa, ma un fenomeno coi piedi. Ruberei la velocità palla al piede di Messi e Cristiano Ronaldo, due extraterrestri, dieci gradini sopra gli altri. Il mio più grande rimpianto calcistico è di non aver giocato con Ronaldo il fenomeno e di non aver vinto la Champions League con la Roma. Ormai non potrei più farlo, non ci sono le condizioni, poi non siamo all'altezza di squadre come Barcellona o Real Madrid».

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COSTANZO PUNGE SPALLETTI - Maurizio Costanzo ruba un momento dell'intervista a Totti per ribadire il proprio disaccordo con Spalletti: «Spalletti non guarda la televisione perché non la capisce? Spalletti, far entrare Totti per 5 minuti è una stron... , è un contentino, se lo prenda lei, Luciano, e ci faccia una passeggiata. Bisogna capire cos'è Totti per i tifosi. Totti merita rispetto e attenzione quindi la mia polemica è contro la disattenzione nei confronti di chi ha fatto sognare e gioire i tifosi. Mandare Totti in tribuna vuol dire provocare un'inutile umiliazione che mi provoca reazioni furibonde. Quando Ilary ha definito Spalletti "un piccolo uomo" ha fatto una cosa bella schierandosi dalla parte del proprio uomo. Un consiglio a Pallotta? Se deve perdere uno tra Totti e Spalletti perda Spalletti»

L'AMORE PER IL PALLONE «Vivevo davanti una scuola e dopo pranzo dalle 2 alle 4 avrei dovuto studiare per la scuola, studiavo sempre sul balcone, ma appena sentivo il rumore del pallone uscivo anche se non avevo finito e tornavo a casa alle sette e mezza. Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto il benzinaio perché mi piace l'odore della benzina e perché appena i benzinai aprivano il portafoglio io vedevo un sacco di soldi, ma in realtà è un lavoro come un altro»

ILARY, LA DONNA DELLA MIA VITA - Totti, visibilmente emozionato, ripercorre la sua storia d'amore con Ilary Blasi: «Ilary è magica. Inizialmente ho faticato un po' perché era fidanzata. Lei viveva tra Roma e Milano perché faceva la letterina. Mi ha colpito subito. Adesso, a parte i miei figli, è la persona più importante. Mi dà serenità, mi dà stabilità». Totti ricorda il primo appuntamento con Ilary: «Il giorno precedente del primo appuntamento mi si ruppe la macchina e la portai dal meccanico e avevo solo la Smart, il pomeriggio la prese mia madre e mi era rimasta solo la Ferrari. Allora le ho mandato un messaggio dicendole che mi era rimasta solo la Ferrari per andarla a prendere, ma per lei non è stato un problema, non potevo mica andare a piedi. Siamo andati al cinema e a cena e quella sera le ho dato un bacetto. Il primo giorno che l'ho vista ho capito che era la donna della mia vita. Quando voglio una cosa ci vado fino in fondo. Lei è unica in tutto: sono quasi 15 anni che siamo sposati. Come immagino la mia vecchiaia con Ilary? Penso che diventeremo campioni di Burraco, faremo il giro degli ospizi. Staremo sempre insieme, lei smetterà di lavorare e io pure, quindi...». 

FUTURO IN TELEVISIONE? - Costanzo parte dall'ultima esperienza a Sanremo per provare a prevedere il futuro lavorativo di Totti: «A Sanremo è stata una giornata particolare, scendere quella scalinata non è semplice. Mi emoziona fare televisione, ma mi diverto anche molto. Io non uso copioni, è tutta improvvisazione. E' una cosa che ho sempre avuto. Mi hanno proposto tante volte un programma insieme a Ilary, soprattutto adesso che sto smettendo di giocare. Ci penserò. Per lei è pane quotidiano, per me è un discorso diverso, ma magari a farlo giornalmente mi piacerà tanto quanto mi piace farlo adesso»

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MIO PADRE VERO TRASTEVERINO - «Mia mamma e mio papà sono le persone che mi hanno dato tutto in qualsiasi momento. Mio padre è soprannominato "Sceriffo" perché qualsiasi cosa tu gli chieda in qualsiasi momento della giornata riesci ad averlo. Tutt'ora mio padre dice che Riccardo, mio fratello, sia più bravo di me. Ogni volta che ci veniva a vedere anche se io facevo tre gol e lui nessuno, io ero quello scarso, mi diceva "tre gol sono pochi, dovevi farne sei". Quando smetterò mi dirà che in realtà mi prendeva in giro, che lo faceva per stimolarmi. Sono stato un bravo figlio perché i miei mi hanno insegnato tanto, educazione e rispetto, loro non ci hanno mai fatto mancare nulla. La mia è una famiglia unita, solida. Mio papà viene sempre allo stadio, anche in trasferta. A lui spiace non vedermi giocare come un tempo. Mio padre è verace, trasteverino».

CRISTIAN TIFOSISSIMO DELLA ROMA - «Cristian gioca nei pulcini della Roma. Lui ha 11 anni, Chanel 10 e Isabel uno. Chanel vorrebbe fare tante cose, ma quella che le piace più di tutti è la veterinaria, lei ama gli animali. Cristian è innamorato pazzamente di me, come io lo sono di lui. Isabel ha chiuso il cerchio, è un amore in tutto. Adesso però tocca fare il maschio e Cristian non ci rimarrà male, lo ha chiesto lui. Quando verranno con i fidanzatini? Sono geloso, ma è la vita, ci siamo passati tutti. Andrò a guardare in particolar modo la famiglia che ha dietro il ragazzo. Avranno un bravo papà che spiegherà loro tante cose. I miei figli vanno alla scuola americana. Io li aiuto in matematica o italiano, Ilary pensa all'inglese. Ilary ha sempre voluto tanti bambini, ma quando abbiamo avuto Cristian non eravamo bravi a fare i genitori, ma man mano che passava il tempo abbiamo capito il percorso giusto. Se litighiamo, litighiamo solo per i figli. Ogni tanto dico qualche bugia a Ilary, ma perché mi dimentico di far fare i compiti ai bambini e lei si arrabbia molto. Se si fidanzassero con uno della Lazio? L'importante è che siano bravi ragazzi, poi il resto passa in secondo piano. Cristian è malato della Roma. Viene allo stadio con Ilary, col nonno, con lo zio. E' tifosissimo e si innervosisce ancora di più quando gioco. Se la Juventus offrisse un ruolo a Cristian? Io gli direi accetta. Non deve fare quello che ho fatto io. Se lui ha la voglia e l’intenzione di cambiare squadra è giusto che lo faccia».

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