Roma, Spalletti: «Totti per 10 minuti? Faccio le cose con coerenza»

Il tecnico, alla vigilia della sfida contro il Bologna, torna sul ko di Coppa Italia: «C'è del dispiacere, ma con i ragazzi ci siamo detti di essere ancora più professionali nel modo di lavorare. Il derby può disturbare gli equilibri di squadra». Sulla Juve: «Il gap si è ridotto»
Roma, Spalletti: «Totti per 10 minuti? Faccio le cose con coerenza»© AS Roma via Getty Images
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ROMA - «Dopo le partite si fanno sempre delle analisi con i giocatori all’interno dello spogliatoio. Siamo, in tutti i sensi, una squadra. Coppa Italia? C’è del dispiacere. Ci siamo detti che bisogna essere ancora più professionali nel modo di lavorare. Farlo con il sorriso e con il ghigno. È stata una partita che può disturbare gli equilibri di squadra». Luciano Spalletti torna sull’eliminazione a opera della Lazio per poi proiettarsi alla sfida di domani contro il Bologna di Donadoni. «È un professionista vero, uno che ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. Davanti hanno velocità e potenza. Il Bologna può giocare a tre o a quattro, dobbiamo essere pronti. Hanno Destro, il figlio di Eusebio Di Francesco e tanti ex che hanno voglia di mettersi in evidenza».

DE ROSSI MIGLIORA - «Portieri? Sono tutte e due forti, ma se c’è uno che cala di condizione l’altro gli può prendere il posto. Questo poteva succedere in qualunque competizione. Szczesny e Alisson hanno fatto valere tutte le loro qualità, questo confronto continuerà». Dall’infermeria, invece, arriva una buona notizia. «La schiena di De Rossi è migliorata, se le risposte saranno positive prenderò in considerazione l’ipotesi di farlo giocare».

QUESTIONE GERSON - L’ultima partita di Gerson è stata quattro mesi fa con la Juventus. «Ci sono state partite che avrebbero potuto metterlo in difficoltà. Probabilmente ho sbagliato qualcosa perché è così quando uno gioca poco, dipende da una gestione collettiva e di squadra dove a qualcuno devi togliere forze e a qualcuno togliere qualcosa. Gli ho tolto qualcosa perché gli altri in quel momento mi sembrava stessero meglio. Su Gerson a fine campionato andrà fatto un ragionamento approfondito e la società lo sa».

OTTO PARTITE - «La Lazio è stata brava a qualificarsi, noi invece lavoriamo per i nostri obiettivi che sono ancora molti. Otto partite da giocare che possono determinare il futuro del club e della società. Ci giochiamo moltissimo, la possibilità di un futuro importante».

GESTIONE TOTTI - «Totti nei minuti finali? Io purtroppo devo gestire lo spogliatoio, la squadra. È il mio ruolo. Nelle competenze del mio ruolo ci sono anche la possibilità di cambiare un calciatore a dieci minuti dal termine. Non voglio gestire la storia di Totti, ma quello che è il calciatore. Forse l’ho fatto giocare poco o molto, non lo so. Dipende dai punti di vista. Cerco di fare le cose con più coerenza possibile. Francesco rimane un giocatore importante per la storia di questo club».

«DIPENDE DA ME» - La Roma è la squadra che ha utilizzato meno giocatori. «È dipeso da scelte mie. Ci sono capitate partite di livello tutte insieme e lì devi decidere. La squadra spesso ha fatto bene, ma ha sbagliato un paio di match importanti. Chi sceglie è l’allenatore e se non porti a casa il risultato qualche errore c’è e dipende sempre dall’allenatore».

GAP JUVE - «Questo è un gruppo di professionisti seri, e come squadra ha portato tantissimi risultati a casa. Poi è chiaro che la linea di demarcazione si tirerà dopo queste otto partite - aggiunge Spalletti -. Per il momento sono soddisfatto in generale perché se si vanno a vedere i numeri complessivi c'è un riscontro, so che in questi 18 mesi abbiamo fatto punti importanti in confronto alle altre squadre, però poi ne parleremo alla fine. Nel calcio esiste solo il fatto di imporre la vittoria, ci si diverte solo se si vince. E allora quando poi tutti dicono la stessa cosa, anche l'allenatore deve stare dentro il ragionamento, anzi proprio per avere un ruolo importante deve dire cose ancora più importanti - evidenzia quindi il tecnico -. Non è che si può dire: avete tutti le visioni. Però in realtà bisogna parlare chiaro ai tifosi, istruirli sul fatto che c'è bisogno di un lavoro, di un programma per riuscire poi a contendere i titoli alla Juventus». Anche perché secondo Spalletti, a Torino «hanno un vantaggio, punto e basta. E non voglio parlare di soldi, di struttura societaria, di modo di ragionare. Per cui bisogna essere bravi a programmare per diminuire sempre questo vantaggio, e in questi 18 mesi mi sembra sia stato fatto».


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