Roma, Spalletti: «Monchi? Pallotta ha preso il migliore»

L'allenatore alla vigilia della sfida con il Milan a San Siro: «Il secondo posto sarebbe come vincere il campionato. I manichini al Colosseo? Non appartengono ai tifosi di Roma e Lazio»
Roma, Spalletti: «Monchi? Pallotta ha preso il migliore»© AS Roma via Getty Images
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ROMA - La gestione della delusione per la sconfitta nel derby, le parole del ds Monchi, il ritiro di Totti, la lotta per il secondo posto e il caso dei manichini al Colosseo. Domani sera il posticipo di San Siro contro il Milan chiuderà una settimana intensa per la Roma. Luciano Spalletti sente però che la squadra ha reagito ed è pronta per difendere l'accesso diretto alla Champions League: «La reazione giusta della squadra c'è stata, c'è amarezza, i giocatori sono dispiaciuti. Mi sento addosso questa amarezza. Ci sono delle partite che si perdono, ma quello che accade dopo è fondamentale. Sarà una gara difficile, affronteremo un Milan che è ben messo in campo dal suo allenatore e che ultimamente è penalizzato dai risultati e da qualche episodio sfavorevole»

LE PAROLE DI MONCHI - Spalletti ha apprezzato le parole di Monchi sul suo conto«Il presidente Pallotta fa vedere che intenzioni abbia, è andato a prendere il migliore sulla piazza e se l'è portato a casa. Monchi è il dirigente voluto un po' da tutti. Mi fa piacere quello che ha detto da noi, ha una visione pulita, che viene da fuori. Ha un'opinione dovuta dalla sua assoluta professionalità, non "inquinata" da quello che si dice nell'ambiente. Lui ha riconosciuto che la Roma tutto sommato sta facendo un buon lavoro e, guardandoci da fuori, ha espresso un parere positivo. A me fa piacere potermi confrontare con il numero uno dei direttori».

MANICHINI -  Un commento anche sul caso di cronaca di ieri. «L'episodio dei manichini non appartiene ai tifosi della Roma né ai tifosi della Lazio, ma fa parte di persone che sono deviate e hanno dei problemi. Tifare è gioire, sostenere, criticare: iniziative come quelle evidenziano cattiveria, odio, livore gratuito».  

SECONDO POSTO - Il terzo posto sarebbe un fallimento? Spalletti non è d'accordo: «Fa parte di un certo modo di far apparire le cose. Proviamolo a chiedere ad altre squadre se finire terzi sarebbe un fallimento. Il secondo posto è difficile come lo è sempre stato. La Juventus ha detto che non era possibile mettere mano al primo posto, rimane il secondo. È un percorso lungo, sono tanti i momenti da gestire: bisogna prendere delle decisioni, dire delle cose alla squadra. Noi questo accesso diretto alla Champions League ce lo giochiamo con il Napoli che, a detta di tutti, è una delle squadre più forti d'Europa e detiene questa posizione. Ci sono delle partite in cui la Roma doveva fare meglio, però non è che siamo usciti in Europa League contro una squadra scarsa o abbiamo fallito completamente. Ci sono state partite determinanti in cui non abbiamo espresso tutta la nostra qualità, non siamo stati così squadra. Se si arriva secondi è come avere vinto il campionato, il terzo posto è una posizione nobile».

TOTTI - Sul ritiro di Totti, Spalletti interviene così: «Essendo nel momento più importante della sua carriera ed essendo così attaccato alla Roma vuole aspettare la fine del campionato e preferisce fare silenzio per dare tutta l'attenzione al finale di campionato, penso io. Io ho sempre detto che quella che è la gestione del calciatore mi riguarda direttamente. A voi (rivolto ai giornalisti, ndr) stanno a cuore le sue sorti molto di più di quelle degli altri. Ma ci sono anche altri 20 calciatori. La gestione del campione e della storia di Totti va gestita dal presidente e credo che lui pensi di averlo già fatto. Totti non parla, probabilmente aspetta la fine del campionato perché è coinvolto e sarebbe più facile se lui lo dicesse il prima possibile. Monchi non ha anticipato niente, ha solo parlato di quello che prevede il contratto»

MAGLIA NUMERO DIECI - «Ritirare la maglia? Se io fossi uno che gestisce la società, la maglia resterebbe viva. Prima di Giannini c'era Totti. Si vuole ricordare Totti bene? Scriviamo il suo nome su tutte le maglie. E il bambino che ambisce a giocare con la maglia di Totti? Quale traguardo sarebbe? Gliela vogliamo togliere questa soddisfazione», ha continuato Spalletti.

GERSON E GRENIER - «L'esclusione di Gerson una "punizione" imposta dalla società per non avere accettato il trasferimento? Con la società c'è grande sintonia, loro non mi passano avanti e io non passo davanti a loro. Anche perché non sarebbe facile per loro impormi una scelta nello spogliatoio. Quando un giocatore non lo tieni in considerazione per molto tempo e si va fuori dalle competizioni, quindi non hai più bisogno di turnover esasperato, può essere penalizzato. Ho penalizzato Gerson, probabilmente l'ho fatto anche con Grenier, ma al loro posto hanno giocato ragazzi come De Rossi, Nainggolan e Strootman. Mi assumo la responsabilità su quelle che sono le obiezioni a questo, probabilmente posso anche avere fatto male», ha concluso.


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