Roma, Tommasi promuove Di Francesco: «Arriva nel momento giusto»

L'ex centrocampista giallorosso: «E' un allenatore che dà garanzie. Sa gestire i giocatori e metterli nelle condizioni di rendere al meglio»
Damiano Tommasi© ANSA
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ROMA - In campo erano "i gemelli del centrocampo", sono rimasti molto amici. Di anni ne sono passati, adesso Eusebio Di Francesco è diventato il nuovo allenatore della Roma, mentre il suo ex compagno di squadra, Damiano Tommasi, è da anni il presidente dell'Assocalciatori. «Noi abbiamo vissuto assieme l'epoca di Zeman, a distanza di quasi 20 anni, ci chiamiamo ancora "gemello" l'un l'altro quando ci sentiamo al telefono - racconta Tommasi al sito internet del club giallorosso -. Abbiamo un rapporto molto stretto. Eusebio è una delle due persone, insieme a Stefano Fattori capitano del Verona ai miei esordi, che è stato un riferimento per me nel calcio e lo è tuttora. Il periodo in cui abbiamo giocato insieme alla Roma è stato il suo momento migliore da giocatore ed è anche riuscito a vestire la maglia della Nazionale. Il gioco di Zeman lo esaltava e da lì deriva il suo modo di interpretare il calcio da allenatore. Poi ha apportato anche qualche modifica migliorativa al gioco di Zeman, mantenendo i principi di inserimento che conosceva bene da giocatore. Allora aveva un modo di interpretare lo spogliatoio in maniera particolare, nel senso che si sentiva la sua presenza, a prescindere dal fatto che lui fosse titolare o meno. Sapeva già valorizzare e interpretare il gruppo come qualcosa che va oltre l'aspetto di gioco sul campo. Credo che nell'anno in cui vincemmo lo Scudetto con Capello in panchina si sottolineò poco l'apporto allo spirito di squadra che alcuni giocatori come lui, che in quella stagione giocarono meno».

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TEAM MANAGER CON SPALLETTI - «Quel ruolo gli è servito come step intermedio prima di intraprendere la carriera da tecnico, forse gli ha permesso di capire che quella situazione gli era stretta e non esaltava a pieno le sue capacità di leadership. Infatti dopo quell'anno fece esperienze dirigenziali in realtà più piccole, in cui affinò le sue capacità di interpretare lo spogliatoio e le sue doti di leadership. Come allenatore - spiega Tommasi - l'ho seguito fin dall'inizio, subentrò ad allenare il Pescara nel 2010 e lo portò in B battendo nei play-off la mia ex squadra, il Verona. Credo che poi abbia trovato la sua dimensione al Sassuolo che, nonostante l'esonero momentaneo nella sua prima esperienza, nel tempo gli ha dato quelle soddisfazioni che meritava. E' un bel mix quello che si è creato in Emilia, tra la serietà del club e la professionalità di Eusebio nel costruire la squadra, scegliendo giocatori di un certo tipo e mettendoli in campo in un modo a lui congeniale. In questo senso è un allenatore che dà delle garanzie»

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DI FRANCESCO CONOSCE L'AMBIENTE - «Chi conosce l'ambiente e sceglie Roma vuol dire che sa a cosa va incontro e quali sono le dinamiche con le quali ti vai a interfacciare. Si conoscono anche le difficoltà a cui si va incontro e tutto sta a vedere se le soluzioni che si hanno in mente sono quelle giuste. Ma chi già ci è stato ha sicuramente delle carte in più dal suo mazzo per trovare queste risposte. - e poi afferma Tommasi - Alla Roma, che ha storicamente un settore giovanile importante, forse potrebbe giovare da questo punto di vista anche l'arrivo di Monchi che in Spagna ha insistito molto sull'inserimento graduale dei giovani in Prima Squadra. Vedremo se con l'arrivo di Monchi si possa trovare una giusta quadratura a questo cerchio, mixando questa tendenza ovviamente alle aspettative alte di un club come la Roma. Sa gestire i giocatori che ha ed è in grado di metterli nelle condizioni di rendere al meglio anche a discapito del modulo. A lui non piace sicuramente imbrigliare e ingessare la squadra»

 

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