ROMA - «Noi giochiamo per fare il nostro meglio e dopo essere arrivati lo scorso anno a quattro punti dalla Juventus, e' doveroso giocare per vincere il campionato. il torneo si è livellato verso l’alto, più squadre lottano per il vertice e l’insidia è dietro l’angolo. Il campionato è ancora molto lungo, non vedo posizioni definite». Cosi' Umberto Gandini, ad della Roma, ai microfoni di "Radio Anch'io Sport". «L'obiettivo e' fare meglio del possibile in tutte le competizioni e non possiamo nasconderci, giochiamo per arrivare davanti agli altri. Cessioni necessarie economicamente? Tutti vendono giocatori, ci sono motivazioni diverse. Nel nostro caso ha risvolti finanziari, ma anche a una rivoluzione tecnica. Questo verrà limitato dalla crescita dei ricavi. A parte la Juventus, tutti in Italia siamo alla ricerca di fondi nuovi che abbiamo individuato nello stadio».
CHAMPIONS - «Contro il Qarabag ci aspetta una partita importantissima - continua Gandini - così come è stato il pareggio contro l’Atletico. Il Qarabag è una squadra particolare, hanno un’esperienza in Europa League, vedi il pareggio contro l’Inter. Dall’altra parte c’è Chelsea-Atletico e sarà importantissimo vincere. Il percorso che abbiamo davanti è quello di qualificarci. Partendo dal terzo gruppo era normale avere due squadre importanti. Se dopo le 6 giornate giocheremo l’Europa League, la giocheremo per andare fino in fondo. Dipende moltissimo negli scontri diretti, dando per scontato e non lo è, che tutti facciamo punteggio pieno contro il Qarabag».
DI FRANCESCO E MONCHI - «Partenza sofferta? Non sono d’accordo, perché non l’abbiamo vista così. Con l’Inter il risultato non ci ha premiato, ma la prestazione c’è stata: 3 pali, vincevamo 1-0. La cosa più importante è che la squadra sia stata costruita bene. Di Francesco? Come società siamo stati molto forti e quadrati intorno all’allenatore. L’ambiente è quello che è. Tutte le grandi squadre hanno grandi aspettative. A Roma è diverso perché la città respira con la squadra e la squadra respira con la città. Credo che la struttura societaria, la parte sportiva con Di Francesco e Monchi abbia le spalle larghe e sia rodata per proseguire con questo discorso. Monchi è arrivato nel finale di stagione, ha lavorato con Spalletti prima, poi è partita la sua squadra. Ha fatto bene le sue operazioni e ancora adesso ancora non abbiamo visto all’opera la sua squadra. Ha l’esperienza di risultati importantissimi a Siviglia. Sa, come lo so io, che deve portare a casa risultati».
SUL VAR - «Credo sia ottimo. Era troppo tempo che c’era una disparità clamorosa tra chi vedeva la partita con la tecnologia e l’arbitro che non l’aveva a disposizione. È stata accettata bene dai giocatori. Poi dobbiamo imparare che è un test e che prevede determinati casi, altri non sono previsti e in alcuni casi hanno destato confusione».
in collaborazione con Italpress