Roma, una rivoluzione spiegata in otto mosse

Allenamenti più intensi, dialogo con giocatori e media messaggi forti e un altro modulo: così è nata la svolta
Roma, una rivoluzione spiegata in otto mosse© LaPresse

ROMA - Come Eusebio ha cambiato la Roma. Dalla mentalità al gioco, passando dai comportamenti. The Normal One ha fatto una rivoluzione senza clamori, senza baruffe mediatiche. E’ riuscito a portare i giocatori dalla sua parte con la forza delle idee. Sono suoi molti meriti di questa trasformazione della Roma, delle ritrovate ambizioni di una squadra che a oggi può puntare a tutto. Andiamo a vedere la sua rivoluzione che può essere spiegata in pochi punti.


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1) Ha dovuto dare sicurezza ai giocatori nel cambio di modulo, ha dovuto trasmettere certezze a una squadra che con un’altra impronta tattica aveva comunque ottenuto risultati. Ha ereditato la Roma da un allenatore con convinzioni tattiche diverse. E’ riuscito a far accettare il cambiamento, anche se all’inizio qualche diffidenza può esserci stata. Ai giocatori è riuscito a far capire l’importanza di fare pressing, di essere aggressivi. E che il gap con le squadre di testa è minimo e può ridursi ancora.


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2) Ha imposto ritmi di allenamento più alti e più intensi. E’ cambiato modo di lavorare, con più allenamenti a secco senza palla. In assoluto lavora tanto sul campo.


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3) Lo staff incide molto nel sul lavoro, nel modo di preparare la squadra. Un ruolo importante ha il preparatore atletico Vizoco, ma è importante anche il contributo di idee del suo “secondo” Tomei, dal punti di vista tattico. Di Francesco e tutto il suo gruppo sono molto affiatati, sono in sintonia nell’idea di calcio da proporre.


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4) Il dialogo. Parla molto con i giocatori, anche individualmente. Ha imposto regole semplici, che devono essere rispettate da tutti. Rigore negli orari, contingentato uso dei cellulari. Con i giocatori è stato chiaro sin dall’inizio.


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5) Al primo posto viene l’educazione. Esige il saluto, da quando si entra a Trigoria, a quando termina la partita. Vuole sempre che i giocatori quando l’arbitro fischia la fine rivolgano un saluto ai tifosi, sia in casa che in trasferta. Se qualcuno si dimentica c’è lui pronto a ricordarlo. Si è speso molto per creare un gruppo compatto, questo è la base del suo lavoro. E’ riuscito a riportare serenità nello spogliatoio, parlando diretto e con schiettezza.


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6) I rapporti con la dirigenza sono buoni e diretti. Si confronta spesso con Monchi e con Totti. Di Francesco si mette in discussione quando lo ritiene opportuno, ma è disposto a difendere le sue idee con caparbietà.


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7) I metodi di lavoro. Ha cambiato poco. Ha confermato l’abolizione del ritiro. In occasione delle trasferte di Champions la squadra si allena a Roma, per ridurre al massimo i tempi di permanenza all’estero.


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8) Dal punto di vista mediatico ha imposto un netto cambio di marcia. Non gli piace fare la prima donna, evita i protagonismi, è rarissimo che finisca in una polemica. Ha un rapporto civile con i media, fondato sul reciproco rispetto.


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ROMA - Come Eusebio ha cambiato la Roma. Dalla mentalità al gioco, passando dai comportamenti. The Normal One ha fatto una rivoluzione senza clamori, senza baruffe mediatiche. E’ riuscito a portare i giocatori dalla sua parte con la forza delle idee. Sono suoi molti meriti di questa trasformazione della Roma, delle ritrovate ambizioni di una squadra che a oggi può puntare a tutto. Andiamo a vedere la sua rivoluzione che può essere spiegata in pochi punti.


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