Di Francesco: «Roma, non si può soffrire così»

L'allenatore dopo la vittoria di misura contro il Verona: «Servono più cattiveria e concretezza. Cambio di modulo? Non improvviso, abbiamo lavorato tutta la settimana su questo sistema di gioco»
Di Francesco: «Roma, non si può soffrire cos컩 LaPresse
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VERONA - «Abbiamo sofferto anche perché siamo rimasti in dieci ma non abbiamo subito neanche un tiro in porta». È un Di Francesco soddisfatto quello dopo la vittoria, seppur di misura, contro il Verona al Bentegodi.

«Abbiamo creato tanto - continua il tecnico della Roma ai microfoni di Premium Sport - come ci capita da molto tempo, ma abbiamo subito meno. Abbiamo sempre avuto grande equilibrio ma dobbiamo essere più bravi a concretizzare. Ormai ripeto sempre le stesse cose, ci serve più cattiveria poi ognuno fa le sue considerazioni. Oggi però era importante vincere, non dobbiamo soffrire così fino alla fine ma abbiamo ritrovato compattezza. Gli errori che abbiamo fatto fanno parte dell’idea di gioco, a volte volevamo troppo forzare alcune giocate dentro il campo, invece dovevamo trovare di più gli esterni ma nella gestione della palla abbiamo fatto benissimo, soprattutto nel primo tempo. Il cambio di modulo? Io sono un allenatore che non improvvisa, in settimana abbiamo lavorato con questo sistema di gioco e i ragazzi mi hanno dato le garanzie che volevo. Ma voglio ricordare che con il 4-3-3 questa squadra ha vinto il girone di Champions e ha fatto cose bellissime per quattro mesi anche se avevamo le stesse difficoltà nel chiudere le gare».

L'ESPULSIONE DI PELLEGRINI - «Quaranta secondi da urlo, poi ci siamo complicati la vita con il rosso (espulsione Pellegini)?. Ero convinto - spiega il tecnico ai microfoni di Sky Sport - che Ünder venisse fuori prima o poi perché ha qualità importanti, mi viene da sorridere perché due partite fa si diceva che era meglio far giocare uno della Primavera. Bisogna avere la capacità di saperli aspettare e capire che ha determinate qualità. Lui è un ragazzo che comincia a capire l’italiano, anche se non lo parla ancora bene, mi capisce meglio rispetto a prima che faceva più fatica. Sono contento per lui e per la squadra, magari sono meno contento per come siamo capaci ogni volta di complicarci la vita e di creare tante situazioni e occasioni da gol. Non è la prima volta».

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