Roma, Di Francesco: «Allenerei Balotelli. Contro il Napoli non cambio»

Il tecnico: «La mentalità resterà la stessa. Pellegrini è recuperato, Nainggolan da valutare»
PSICOLOGIA - Dialogo costante con i giocatori per restituire fiducia dopo le sconfitte con Shakhtar e Milan© LAPRESSE
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ROMA - "Nonostante la differenza di punti, abbiamo le potenzialità per poter fare bene a Napoli ma non possiamo permetterci i cali delle ultime partite perché abbiamo di fronte una squadra che veramente è in grande condizione fisica e psicologica". Così Eusebio Di Francesco alla vigilia della trasferta del San Paolo. "Bisogna lavorare tantissimo sull'aspetto mentale, dobbiamo crescere, avere maggiore continuità perché alle prime difficoltà non dobbiamo perdere il filo conduttore e uscire dalla partita - spiega il tecnico della Roma -. Poche volte abbiamo ribaltato il risultato, è segno di un deficit che devo tenere in considerazione".

BALOTELLI - "Abbiamo bisogno di fare risultato perché più andiamo avanti e meno possibilità ci sono per riprendere il posto in Champions. Le partite sono sempre meno e bisogna affrontarle con determinazione" aggiunge quindi Di Francesco, confessando poi un debole per Mario Balotelli: "Lo allenerei tanto che volevo portarlo al Sassuolo. E' un giocatore di grandissimi mezzi, al di là delle caratteristiche e del carattere particolare".

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IL MODULO - "Deciderò sempre io il sistema di gioco, e i giocatori faranno quello che dirò sempre io. Chiaro? Nel momento in cui vedrò che dall'altra parte non c'è risposta, sarò il primo a salutare. Contro il Napoli la mentalità resterà la stessa". Eusebio Di Francesco fa la voce grossa alla vigilia della delicata trasferta in casa del Napoli spiegando che i confronti all'interno dello spogliatoio riguardati il modulo da adottare in campo non devono essere confusi all'esterno con "una mancanza di personalità". "Per poter arrivare a qualcosa di importante la condivisione è fondamentale, ma non significa condividere un sistema di gioco bensì credere ancor di più in quello che si fa - sottolinea il tecnico della Roma -. Noi abbiamo sempre creduto in un determinato tipo di gioco e quando parlo con i ragazzi li ascolto, ma non è un segno di debolezza perché poi decido io. Deciderò sempre io il sistema di gioco, e i giocatori faranno quello che dirò sempre io".


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