Una Roma da dimenticare

Una Roma da dimenticare© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
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A un istante dalla fine, sfruttando un errore colossale di Nzonzi, Higuaìn ha individuato il varco per Cutrone nella rete a maglie larghe che proteggeva il cantiere di Di Francesco e il ragazzo, abilissimo e tenuto in gioco da De Rossi, a lungo il migliore dei suoi, l’ha sfruttato tirando giù tutto il cantiere e anche San Siro. Un discreto Milan ha così battuto una Roma irriconoscibile, nel senso che si è faticato non poco per ritrovare qualcosa o qualcuno della semifinalista europea di prima dell’estate, contenuti tecnici inclusi: le scorie del pari con l’Atalanta (16 conclusioni verso la porta di Olsen nel primo tempo), avevano indotto Di Francesco a cercare maggiori coperture con i tre centrali più Kolarov e il deb Karsdorp sugli esterni ma sia il disegno, sia la formazione rinnovata per sei undicesimi hanno prodotto tanta confusione, ritardi e spiazzamenti.

La grande risposta che Di Francesco inseguiva non è arrivata. Al contrario, sono aumentati gli interrogativi per numero e dimensioni. Ma quando alla terza uscita stagionale Olsen, Karsdorp, Marcano, Nzonzi e Pastore devono sostituire Alisson, Florenzi, Juan Jesus, Strootman e Nainggolan è naturale, fisiologico direi, risultare disarticolati e trovarsi in imbarazzo.

Questa Roma va dunque ripensata e le due settimane di sosta consentiranno al tecnico di lavorare in funzione di una struttura più praticabile, meno improvvisata. La Roma non può essere quella del primo tempo, ma anche quella del secondo con El Shaarawy per Marcano e il 4-2-3-1 al posto del 3-4-1-2, giusto per essere chiari, certamente più equilibrata della precedente, non mi è sembrata granché.

Il Milan è stato quadrato e concreto, ha giocato un calcio più semplice, lineare ed efficace, ottenendo quello che cercava anche dai cambi (Castillejo e Cutrone) e da un Higuaìn sempre molto presente, attivo e in fondo decisivo.


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