Zaniolo, un talento da 10: tutte le curiosità

Alla scoperta di Nicolò: le origini, Kakà come punto di riferimento, i tatuaggi dedicati alla famiglia, lo studio attento degli avversari e una crescita che ha stupito tutti
Zaniolo, un talento da 10: tutte le curiosità© ANSA

ROMA - Va a finire che l’ultimo acquisto, il meno reclamizzato, il più sconosciuto, si stia rivelando il vero colpo del mercato della Roma: in pochi mesi Nicolò Zaniolo è passato dalla finale del campionato Primavera con l’Inter a sfidare i compagni con i quali si allenava ad Appiano Gentile come titolare di una squadra importante di Serie A. Grazie a questo talento per niente grezzo, a questo ragazzo infaticabile e sfrontato, i tifosi della Roma hanno digerito velocemente la partenza di un idolo come Nainggolan. Aspettando di capire, come osserva maliziosamente Spalletti, chi tra i due club alla lunga abbia fatto l’affare, Zaniolo si gode una vetrina imprevista e si prepara a vincere un’altra scommessa con se stesso: meritarsi il posto fisso a 19 anni anche quando tutti gli altri teorici concorrenti nel ruolo stanno bene. Nel campionato italiano soltanto altri due coetanei giocano titolari nelle rispettive squadre tra i calciatori di movimento: Svanberg del Bologna (‘99) e Traorè dell’Empoli (2000). Intanto Mancini, che lo aveva convocato in Nazionale prima del debutto con la Roma, è pronto a restituirgli un sedile sui prossimi voli della comitiva azzurra.


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1) L’idolo: Kakà Dopo qualche minuto tra i professionisti già i paragoni si sprecavano. Di sicuro Kakà per Zaniolo è un punto di riferimento, un modello: rivede spesso il famoso gol a Old Trafford contro il Manchester United per ammirarlo. Di Kakà porta anche il numero di maglia: il 22.


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2) I piedi, le mani Nicolò è un mancino atipico: calcia più volentieri con il sinistro - e per questo con Di Francesco spesso si esercita con il destro - ma scrive e mangia con la mano destra.


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3) Un family man. E’ fortissimo il legame con il padre Igor, ex centravanti «di lotta» in Serie B, e con la madre Francesca, tifosa romanista già in tempi non sospetti, che vive con lui all’Eur in un appartamento messo a disposizione dalla Roma. Nicolò ha molti tatuaggi, tutti dedicati ai membri della sua famiglia, compresa la sorella minore che ha 14 anni e si chiama Benedetta. Su un polso porta impressa la scritta «family». È stato un figlio disciplinato e amabile, anche se una volta a scuola da bambino, in un istituto di suore, litigò con un compagno che cadde dalle scale provocando un grande spavento. Fortunatamente non ci furono conseguenze. Impegnato con il calcio, non ha finito le superiori: si è fermato al terzo anno di liceo scientifico sportivo, a Firenze.


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4) Lo sviluppo recente. Essendo poco più che adolescente, non ha ancora completato lo sviluppo anatomico. Negli ultimi due anni è cresciuto addirittura 25 centimetri. Ora con i preparatori della Roma lavora spesso in palestra per irrobustire le fasce muscolari e le articolazioni.


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5) La verità viola. Non è proprio esatto dire che la Fiorentina lo scartò nell’estate del 2016. Il ds Corvino in realtà voleva fargli firmare un contratto da professionista e poi girarlo in prestito, per tenerlo sotto controllo. Fu il ragazzo, con il padre Igor, a decidere di andare via per essere padrone del proprio destino: da lì l’Entella e poi l’Inter, che lo acquistò per 2 milioni.

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ROMA - Va a finire che l’ultimo acquisto, il meno reclamizzato, il più sconosciuto, si stia rivelando il vero colpo del mercato della Roma: in pochi mesi Nicolò Zaniolo è passato dalla finale del campionato Primavera con l’Inter a sfidare i compagni con i quali si allenava ad Appiano Gentile come titolare di una squadra importante di Serie A. Grazie a questo talento per niente grezzo, a questo ragazzo infaticabile e sfrontato, i tifosi della Roma hanno digerito velocemente la partenza di un idolo come Nainggolan. Aspettando di capire, come osserva maliziosamente Spalletti, chi tra i due club alla lunga abbia fatto l’affare, Zaniolo si gode una vetrina imprevista e si prepara a vincere un’altra scommessa con se stesso: meritarsi il posto fisso a 19 anni anche quando tutti gli altri teorici concorrenti nel ruolo stanno bene. Nel campionato italiano soltanto altri due coetanei giocano titolari nelle rispettive squadre tra i calciatori di movimento: Svanberg del Bologna (‘99) e Traorè dell’Empoli (2000). Intanto Mancini, che lo aveva convocato in Nazionale prima del debutto con la Roma, è pronto a restituirgli un sedile sui prossimi voli della comitiva azzurra.


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