Monchi: «Via dalla Roma per idee diverse da Pallotta»

Il direttore sportivo del Siviglia si presenta in conferenza stampa e spiega l'addio al club giallorosso: «Il presidente pensava che fosse andare meglio a destra, io a sinistra. Continuare così non era giusto»
Monchi: «Via dalla Roma per idee diverse da Pallotta»© LAPRESSE
Jacopo Aliprandi
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ROMA - «Ho lasciato la Roma perché le mie idee erano diverse da quelle della proprietà». Ramon Monchi racconta i motivi del suo addio anticipato al club giallorosso durante la conferenza stampa di presentazione al Siviglia. Dieci giorni fa l’addio a Trigoria, questo pomeriggio invece il suo ritorno ufficiale nel club andaluso: «Il progetto Roma mi ha aiutato molto a crescere, anche perché è una piazza difficile - ammette il diesse -. Quando ero in Italia lavoravo 24 ore al giorno per il mio club, ma sempre pensando e tifando il Siviglia. I due anni passati a Roma non li cambio. Tornerei a firmare anche sapendo quello che avrei passato. Era la prima volta che cambiavo club, avrei avuto bisogno di conoscere meglio la piazza». 

 

STRADE DIVERSE - L’addio anticipato per le visioni contrastanti con la società. Senza menzionarlo, l’esonero di Di Francesco è stato il principale motivo: «Sono andato via dalla Roma per una ragione semplice: abbiamo capito che l’idea della proprietà era diversa rispetto alla mia. Il presidente pensava che fosse andare meglio a destra, io invece a sinistra. Continuare così non era giusto. Ma posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno avuto un motivo per portarmi a Roma. Mai sentirete una mia parola contro la società e contro la Roma. Abbiamo capito che le strade erano diverse e abbiamo deciso di fermarci». Ulteriori spiegazioni il diesse le ha date ai microfoni di Retesport: «Ad un certo punto abbiamo capito che le cose non stavano andando bene e abbiamo pensato fosse meglio fermarsi per il bene della Roma. Abbiamo capito piano piano che la pensiamo in maniera diversa. Spero che i frutti del mio lavoro si vedano anche in futuro - continua Monchi -. Sono convinto che qualcosa si debba cambiare, ma è lo stesso che ho dovuto affrontare io». Su Totti e le scelte di mercato: «Francesco sta crescendo tantissimo come dirigente, contro il Porto abbiamo pensato che fosse il momento giusto per far parlare lui al mio posto. Credo che Pastore ancora possa fare quello che ha dentro di sé, è stata una stagione particolare è vero, con tanti infortuni, ma sono convinto che possa ancora fare la differenza».

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GRATITUDINE - Una semifinale di Champions League e un terzo posto, poi gli errori di questa stagione: «l’esperienza di lavorare fuori casa in un ambiente esigente molto caldo ti rende più professionista. Io continuo a dire che la mia esperienza a Roma sia stata bellissima. È vero che quest’anno i risultati non sono arrivati, ma il primo anno è stato bellissimo. Lavorare in una società importante come la Roma mi ha fatto crescere tantissimo, è una squadra che amerò per sempre».

 

SIVIGLIA - Spazio poi alle parole sul suo nuovo club: «Non so se resterò qui altri diciotto anni come la prima volta, ma vengo con la speranza di restare il più a lungo possibile. Vengo a contribuire ad un Siviglia che continua a crescere. Me ne sono andato due anni fa perché credevo che era il momento di cambiare, perché dovevo trovare motivazioni esterne. Dovevo andare via per poter crescere. Non è nel mio stile promettere titoli, ma garantisco che il Siviglia crescerà. Quando il presidente Castro mi ha chiamato dopo aver rescisso con la Roma mi è piaciuto quello che mi illustrato. È importante che passi il messaggio che io sono qui perché sono d’accordo con la dirigenza in merito a quello che posso portare. È difficile sentirsi amati come mi sono sentito io negli ultimi giorni. Sono qui perché credo di poter far crescere il Siviglia»


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