Magre consolazioni

Magre consolazioni© Bartoletti
Ivan Zazzaroni
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Monchi ha rinverdito antiche polemiche - visto da destra, visto da sinistra - che Pallotta ha spogliato di ogni spunto accusatorio, passando in un attimo dal morbido al duro, come se aspettasse da giorni l’occasione per demolire il suo già uomo di fiducia. Rinfacciando. Manovra in uso nelle cause di divorzio, quando viene fuori anche l’elenco dei doni fatti al tempo dell’amore. “Io ti ho dato tutto il meglio” - dice Pallotta a Monchi - “e ti ho detto di farne quello che volevi”. Come nelle cause matrimoniali viene fuori quella “libertà consentita” che va bene se usata - dal marito o dalla moglie - nei limiti della correttezza e, nel nostro caso, per migliorare la vita. “Ti ho consegnato la mia Roma - sembra dire Pallotta - e tutti i mezzi per farla più grande e più bella. Non ci sei riuscito“.

In attesa che la diatriba diventi un tormentone - ma vorremmo sconsigliarlo anche se qualcuno suggerisce che farebbe bene alle vendite del giornale - ci accontentiamo di notare che il j’accuse di Pallotta sembra il riassunto di tutte le critiche che abbiamo rivolto a Monchi: una per una, nude e crude, senza svolazzi dialettici.

Sappiamo che Pallotta ci legge - e ci sembra giusto e normale - non ci aspettavamo che prendesse appunti dopo ogni nostra opportuna segnalazione. Se da una parte è una consolazione avere conferma del buon lavoro svolto per il bene della Roma, dispiace purtroppo che Pallotta abbia deciso di puntualizzare a danni fatti. Gli consegniamo il dossier del Male (tanto) e del Bene (poco): dalla A alla Z. Da Alisson a Zaniolo.


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