Samp, ex compagna di Eto'o furiosa: «Non è stata fatta giustizia»

L'attaccante della Samp dovrà pagare 450mila euro e 10mila euro al mese ad Anna Barranca per il mantenimento della figlia Annie. La donna si sfoga: «Lui potrebbe fare ancora altri ricorsi e se può non paga. Non ho fatto questa battaglia per i soldi. I miei avvocati mi avevano invitato a chiedere non dieci ma trenta mila euro al mese»
Samp, ex compagna di Eto'o furiosa: «Non è stata fatta giustizia»© Ansa
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CAGLIARI - "Giustizia non è ancora fatta, non so se vedrò quei soldi. Lui potrebbe fare ancora altri ricorsi e se può non paga". Il Tribunale di Cagliari ha dato ancora una volta ragione all'ex compagna di Eto'o: i giudici hanno condannato il calciatore a pagare 450 mila euro di arretrati e un assegno di dieci mila euro al mese per il mantenimento della figlia Annie. Ma lei, Anna Barranca, ex compagna dell'attuale attaccante della Sampdoria, che ha avuto la figlia anni fa durante una breve relazione con il camerunense, non si sente ancora tranquilla: "Quello che voglio veramente - dice all'ANSA - è avere un incontro con lui. Non smetterò mai di chiederlo. E se lui accettasse vorrei che all'incontro ci accompagni anche un giornalista".

«NON LO FACCIO PER I SOLDI» - Una storia giudiziaria infinite quella tra l'ex attaccante dell'Inter del "triplete" di Mourinho e la donna sarda dell'Iglesiante, che va avanti da anni a colpi di carte bollate. Il giocatore quando conobbe Anna aveva solo 19 anni, poi si è sposato con l'ivoriana Georgette, da cui ha avuto quattro figli. Dopo essersi sottoposto al test del Dna ha riconosciuto Annie, oggi 12enne, e ha iniziato a versare tremila euro di alimenti. Ma poi la sua ex compagna, visto i guadagni del calciatore nel frattempo erano lievitati, ha cominciato a chiedere più soldi: "È una battaglia che ho fatto per mia figlia e per il suo futuro" ribadisce la donna, che accusa Eto'o di non pagare regolarmente l'assegno di mantenimento: "Da febbraio ha smesso di pagare, ma se scrivo ai giornali i soldi me li dà. Hanno scritto cose indecenti su di me. Sono contenta di questa sentenza per mia figlia, l'ho fatto per lei. Ma non sarà facile vivere tranquille, non so se farà altri ricorsi. Ma almeno adesso io e mia figlia un pò respiriamo". Una cosa ci tiene però a precisarla: "Non ho fatto questa battaglia per i soldi. I miei avvocati mi avevano invitato a chiedere non dieci ma trenta mila euro al mese". Intanto però ha lasciato la Sardegna e si è trasferita a lavorare in Veneto.


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