Ferrero: «Roma, ti batto e poi tifo per te»

Il presidente della Samp al Corriere dello Sport-Stadio: «Non pensino di venire a Genova a vincere. Romagnoli l’ho valorizzato io: non voglio soldi, aiutino il Gaslini»
Valeria Ancione e Guido D'Ubaldo
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ROMA - Massimo Ferrero è un benefattore del buon umore. Quando si muove l’aria si agita e qualcosa può sempre succedere. C’è Sampdoria-Roma domani, una notte speciale, una notte di calcio per il presidente della Samp, tifoso nemmeno tanto celato della Roma, non fosse altro che per le sue origini di Testaccio. Ieri è stato ospite in redazione al Corriere dello Sport, accompagnato dall’avvocato Antonio Romei, il suo consigliere, l’uomo che lo ha spinto a buttarsi nel mondo del calcio.

Il progetto Samp è grandioso come la sua allegria e la sua fantasia. Si inalbera se la Samp finisce in seconda fascia: «Questa fascia stringetevela al collo. Siamo tutti uguali!». Ed è già spettacolo. «Siamo nati nel cinema, ci piace il colpo a effetto».



Presidente, può fare un pronostico per domani?
«La Roma deve essere rispettosa, perché è ospite a casa nostra. E non può certo portarsi via tutto il bottino! Noi possiamo vincere e convincere. Ripetere il pareggio a Marassi e la vittoria all’Olimpico dell’anno scorso a me andrebbe già bene. Ma nel calcio ci vuole fortuna e quello che è successo un anno non puoi aspettarti che si ripeta l’anno dopo. Ma io sono ancora arrabbiato per la sconfitta di Torino, quei tre punti dobbiamo riprenderceli con la Roma. Poi la squadra di Garcia può anche vincerle tutte, ma con noi non farà una passeggiata».

Con la Roma avete buoni rapporti, ma questa estate non avete fatto affari di mercato
«Fino all’ultimo giorno di mercato abbiamo trattato Ibarbo, Iturbe e Ljajic, in extremis anche Gyomber. Loro avrebbero dovuto offrirci come minimo una cassa di champagne per avergli valorizzato Romagnoli, che poi hanno rivenduto a 25 milioni. Allora dico una cosa: non voglio soldi, facciano un bel gesto e acquistino un macchinario o un’ambulanza per il Gaslini o per il Bambino Gesù». Quando tocca a Cassano? «Sta lavorando tanto. Ha perso sei chili. Ne deve perdere altri tre. Per noi rappresenta il valore aggiunto, per questo lo abbiamo preso e questo ci aspettiamo. Lui sa qual è il suo ruolo, lo ha accettato, ci sarà utile».

Domenica sera a Miss Italia. Qualche settimana fa è salito sul palco al concerto di Venditti, a febbraio ha cantato al Festival di Sanremo. E’ solo un po’ presenzialista?
«Sono andato al concorso per la proprietà transattiva - questo termine l’ho imparato ieri - E’ la linea della vita. Ci sono coincidenze che legano Miss Italia alla Sampdoria, era giusto che fossi lì. La Samp è la Miss Italia del calcio. C’erano 230 ragazze bellissime, è una manifestazione seria e corretta, che ha un sistema di scouting simile al calcio, con professionisti che devono fare le selezioni. Anche nel calcio dovreste enfatizzare la bellezza, il colore, lo sport. Basta scrivere di violenza. No alla tessera del tifoso. Allo stadio ci devono tornare le famiglie. Bisogna punire severamente chi non ama il calcio, chi crea disordini, ma poi dobbiamo aprire. Basta tornelli e limitazioni. Gli stadi sono vuoti, così il calcio italiano non crescerà mai. Ma questi discorsi li faccio solo io. Abbiamo una Lega che... slega».



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