Serie A Sampdoria, Giampaolo: «A Cagliari per fare la nostra partita»

Il tecnico: «La sconfitta devi togliertela di dosso il prima possibile, perché non bisogna entrare in un circolo vizioso»
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GENOVA - "La sconfitta devi togliertela di dosso il prima possibile, perché non bisogna entrare in un circolo vizioso. Non bisogna seguire queste logiche, ma resettare e ripartire, facendo un’analisi seria delle cose positive e di quelle da migliorare. A Cagliari andremo a fare la nostra partita, come al solito". Così il tecnico della Sampdoria, Giampaolo, alla vigilia dell'incontro con i sardi: "Il Cagliari in casa è una squadra pericolosa, ha qualità e in attacco è velenosa. A centrocampo inoltre sono muscolari. Hanno fatto un mercato importante, pur da neopromossi. So che cosa può dare il loro stadio, che conosco bene. Domani mi aspetto un Cagliari tosto e una Samp altrettanto tosta".

PROBABILI FORMAZIONI

L'ANALISI - "Ho rivisto la partita di Bologna più di una volta. Non abbiamo fatto solo mezzora da squadra, ma di più. Abbiamo perso 3 palloni pericolosi, con Torreira, Linetty e poi Pedro; non rischiando troppo. Poi però abbiamo perduto un’altra palla e sul finale di tempo abbiamo preso un gol che è figlio anche di uno sbagliato posizionamento difensivo. Però ricordiamoci che non possiamo pensare di dominare sempre per l’intera partita".

CALENDARIO SERIE A

RILANCIARSI - "Bisogna migliorare nelle reazioni alle difficoltà, mettendo a posto delle cose. Nei 90 minuti per ora abbiamo pagato a caro prezzo alcuni momenti della gara. In nessuna delle ultime partite avremmo meritato di perdere, a mio modo di vedere. Ma non dobbiamo fare passi indietro, bisogna rilanciare.In Serie A bisogna arrivare a capire che ci sono momenti in cui devi soffrire e devi esserne capace, essendo poi bravo a ripartire. Skriniar? Ha reagito da grande giocatore, lui ha il carattere, la personalità e la convinzione per poter uscire dai momenti difficili. Per questo il ragazzo mi è piaciuto molto. Bisogna reagire con entusiasmo agli errori. Spesso ci si difende dietro alla parola giovani: ma un ragazzo che è bravo deve giocare".


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