Pisa, Corrado: «Noi siamo più forti di tutto»

Il presidente dei toscani: «Questo club ha un valore inestimabile: i suoi tifosi. Se non ci fossero stati, sarebbe stato un disastro. Gattuso? Straordinario»
Pisa, Corrado: «Noi siamo più forti di tutto»© LaPresse
Xavier Jacobelli
4 min

PISA - Il presidente ha un cognome in più e se n’è reso conto da un mese. Dalla notte del 22 dicembre 2016, in quello studio notarile di Milano: acquistando il club nerazzurro dalla famiglia Petroni, Giuseppe Corrado è diventato Giuseppe Corrado Pisa. In trenta giorni ha letteralmente ribaltato ogni cosa, rifondando la società che Romeo Anconetani portò nella storia del calcio italiano fra il ‘78 e il ‘94, ma che, da quel momento, ne ha subite di tutti i colori, sino alle cronache marziane degli ultimi sei mesi, culminate con l’accanita resistenza dei tifosi, della squadra, di Gattuso Ringhio di Pisa, ad una gestione che ha fatto di tutto per non farsi rimpiangere mai. Sino a quando non è arrivato il Signore dei Multiplex e, all’improvviso, è cambiato tutto. Ma proprio tutto. Lo capisci mettendo piede nella moderna sede di Montacchiello, centro direzionale Forti, alle porte della città, dal sorriso di Riccardo Silvestri, responsabile della comunicazione e Raffaella Bon, consulente dell’uffico stampa. Un giorno o l’altro, potrebbero scrivere un libro su quanto hanno visto, passato e sopportato nell’annus horribilis 2016. Dove sventola la croce bianca in campo rosso, andrebbe a ruba.

TUTTO SULLA SERIE B - CLASSIFICA SERIE B

LA FOTO DI ANCONETANI - Gli stipendi ai calciatori e ai dipendenti sono stati pagati; le pendenze con i fornitori vengono regolate a una a una e non c’è più il rischio che la squadra debba andare in trasferta con le proprie auto o che un allenatore dalla generosità grande come la sua forza paghi pranzi, cene, affitti; la squadra è stata rafforzata con quattro arrivi di qualità (Angiulli, Zammarini, Landre, Manaj) e non è ancora finita; la campagna abbonamenti è stata riaperta per il girone di ritorno e c’è stato l’assalto ai botteghini; il telefono del presidente rischia di fondere tali e tanti sono giocatori e procuratori che vogliono venire a Pisa; il presidente è al lavoro ogni giorno in sede, saltabecca fra prima squadra e vivaio, ha appena nominato capo del settore giovanile Luca Giannini, 68 anni, l’allenatore della promozione in A nel ‘90, un pezzo di storia del Pisa E allora, questa non è più un’intervista classica e non potrebbe mai esserlo, con tutte le cose che Corrado Pisa ti racconta. Parla lui, «imprenditore e non prenditore» (tifoso dixit) e ne ha di cose da dire. Alle sue spalle, campeggia una grande fotografia: ritrae Romeo Anconetani che saluta i tifosi della Curva. Tutto si tiene, dicono.

LA MAIL DELL’AMMALATO - «Il giorno prima di chiudere la trattativa con i Petroni, ricevo il messaggio di un tifoso: «Sono malato di cancro e sto facendo la chemioterapia. Non so se sopravviverò. Ma, prima di morire, lei deve farmi un regalo: compri il Pisa, salvi il Pisa». Le confesso che quelle parole mi hanno toccato il cuore. Per non dire delle continue manifestazioni d’affetto che ricevo dovunque vada. Ma lo sa che sto scoprendo tifosi del Pisa dappertutto?».

GATTUSO E I PAZZI - «Che cosa abbiamo trovato quando siamo entrati in società? Qualche sorpresa negativa, ma devo dirle che, in un certo senso ce l’aspettavamo, dato che la due diligence era stata accelerata per riuscire a chiudere una volta per tutte e avevamo messo nel conto ogni cosa. A volte, Gattuso mi guarda e fa: «Giuseppe, lo sai vero che siete stati proprio dei pazzi? ». Io annuisco, poi penso all’incredibile affetto dei pisani e capisco di avere fatto la cosa giusta. Questo non è tifo: questo è amore puro e il suo valore è inestimabile. Sottolineo: inestimabile. Se non ci fosse stata questa gente sarebbe stato un disastro. Il Pisa l’ha salvato prima di tutto l’amore del suo popolo».

Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio


© RIPRODUZIONE RISERVATA