Bari, Colantuono rivela: «Pur di essere qui sono venuto gratis»

Il tecnico: «Ho alle spalle 8 tornei in A, ne ho vinti 2 in B. Ora mi rimetto in gioco a 54 anni, conquistato da Bari»
Bari, Colantuono rivela: «Pur di essere qui sono venuto gratis»© donato fasano
Xavier Jacobelli
4 min

BARI - Sono due le cose che i giocatori allenati da Stefano Colantuono, non devono fare mai: a) arrivare in ritardo al pranzo della squadra, per giunta lamentando di non avere sentito la sveglia; b) lanciarsi sulla torta del nonno o qualsivoglia altro dessert figuri sulla tavola sociale. La punizione è già stabilita: allenamento supplementare alle sette e non soltanto per una volta sola. «Sono uno all’antica: le regole si rispettano, la nutrizione è fondamentale, gli allenamenti fanno solo bene. Non importa a che ora».

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TUTTO IN APRILE - L’allenatore del Bari sopraggiunge al San Nicola caricato a pallettoni. La vittoria sulla Ternana ha portato la squadra in zona playoff: «Se la stagione fosse iniziata quando sono arrivato, in novembre, oggi saremmo quarti. Il merito è della squadra che, in gennaio, la società ha rafforzato in ogni reparto. Ci siamo capiti al volo. Se superiamo l’ostacolo Benevento, spicchiamo il volo, anche se il campionato si deciderà in aprile, quando il calendario prevederà sette partite in un mese. Ma noi abbiamo una carta che le rivali non posseggono: il nostro pubblico. Ha visto la media delle presenze? Alcune squadre di A se la sognano. L’ambiente è passionale ed esigente, com’è giusto che sia. La storia del Bari parla da sola. E’ per questo che sono venuto qui, praticamente gratis. E ho preso un impegno per la B soltanto sino a giugno. Perché io voglio tornare in A». Sogliano ascolta e sorride sornione. La pensa allo stesso modo.

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L’ATALANTA - Eppure, non è uno spaccone il tecnico che conta 8 stagioni in A, ha vinto due campionati di B con l’Atalanta (l’ha allenata dal 2005 al 2007 e dal 2010 al 2015) stabilendo il primato assoluto di 52 punti sul campo, pur essendo partito dal -6 della penalizzazione («Gasperini sta per battermi, ma l’exploit se lo merita, come se lo meritano i Percassi, la squadra, la società, i tifosi: mi hanno regalato momenti indimenticabili») e salvandola per tre stagioni di fila. Colantuono è un signore pragmatico. Spiega: «Sul mercato invernale, Sogliano ha fatto un capolavoro, dosando arrivi e partenze e consegnandomi una squadra più forte. Il mio compito è farla girare».

FLORO FLORES - Ricapitolando: sono arrivati Morleo, Macek, Parigini, Salzano, Floro Flores, Greco, Raicevic, Offredi, Suagher e Galano; sono partiti Boateng, Castrovilli, Scalera, Fedato, Valiani, Di Cesare, De Luca e Doumbia. Il ricambio è stato massiccio, i risultati si sono visti subito. Floro Flores ha segnato 3 gol nelle ultime 3 partite e l’aria di casa ha fatto un gran bene a Galano. «Inoltre, diversi fra questi giocatori (Floro Flores, Greco, Salzano, Parigini, Suagher) per un motivo o per l’altro hanno giocato poco o non hanno giocato affatto nella prima parte della stagione. Questo significa che non hanno ancora raggiunto la migliore condizione...». Forse la raggiungeranno ad aprile, signor Colantuono? L’emoticon dell’interlocutore è eloquente: «Senza forse».

MARAN E GIANCASPRO - Perché ha accettato la proposta del Bari? «Le rispondo usando le parole con cui mi ha apostrofato Maran, quando ci siamo incontrati di recente: «Complimenti, Stefano. Hai dimostrato di avere le palle». In che senso? «Nel senso che a 54 anni, avendo alle spalle una carriera ricca di soddisfazioni, ho deciso di rimettermi in gioco fra i cadetti dopo l’esperienza udinese. Ma gliel’ho detto, l’ho fatto praticamente gratis e l’ho fatto solo perché mi ha chiamato il Bari. Avevo ricevuto altre proposte, ho scelto la migliore». E Giancaspro, che tipo di presidente è? «Generalmente, nel calcio i dirigenti si dividono in tre categorie. Quelli che, quando vinci, riempiono lo spogliatoio. Quelli che, quando perdi, lasciano vuoto lo spogliatoio. Quelli che non li vedi e non li senti mai perché si fidano di te. Giancaspro appartiene alla terza categoria».


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