Serie B, euforia Spal: «Noi siamo da A»

A 49 anni dall’ultima apparizione nel massimo torneo, la squadra di Ferrara comanda la B e punta alla promozione. La sospingono una città in delirio e i signori dei laminati, artefici della rinascita. Francesco e Simone Colombarini: pronti alla scalata. E anche Baggio applaude Ferrara: meritate il meglio
Serie B, euforia Spal: «Noi siamo da A»
Xavier Jacobelli
4 min

MASI SAN GIACOMO (FERRARA) - Per avere un’idea dell’aria che tira in questa città - definirla magnifica, è pleonastico e incantevole, è riduttivo - scendete alla stazione e andate a piedi o in bicicletta sino al centro sportivo di Copparo. Paolo Mazza lo edificò impiegando il denaro ricavato dalla cessione di Capello alla Roma. Dal 25 marzo, si chiamerà G.B. Fabbri: il culto della memoria è uno dei pregi della nuova Spal di Francesco e Simone Colombarini che trova nel presidente Walter Mattioli l’epigono naturale. Cinque chilometri, percorrendo i quali incroci tifosi di ogni età che ti fanno solo due domande: ce la faremo? E lui rimane? Dove ce la faremo dà per scontata la seconda parte del quesito (ad andare in serie A?) e lui è Leonardo Semplici. Malcelata, traspare la consapevolezza di inseguire un sogno lungo 49 anni e, va bene che non bisogna mai smettere di sognare, ma stavolta può essere davvero la volta buona.

LA SAGA DEI COLOMBARINI - Altissima, bellissima, Spallissima. Il gioco di parole piace a Francesco Colombarini , 75 anni, artefice con i figli Simone, 42 anni e Luca, 38 anni, di una eccellenza italiana chiamata Vetroresina, società fondata nel 1968 che ha il suo quartier generale qui a Masi San Giacomo, frazione di Masi Torello: popolazione ufficiale. 800 abitanti; chilometri di distanza da Ferrara: 17. I Colombarini danno lavoro a 100 dipendenti a Masi San Giacomo, ne contano 20 in Brasile (Stato di San Paolo) , 20 negli Usa (a Greenville, Carolina del Sud). Hanno un motto di cinque parole: «Piedi per terra e lavorare».

I PROFANATORI - La Vetroresina produce laminati in poliestere rinforzato, è leader mondiale nel settore, esporta all’estero il 75% della sua produzione, nel 2015 ha registrato un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e nel 2016 assicurano sia andata ancora meglio. Lo stabilimento si estende su un’area di 46 mila metri quadrati. Francesco Colombarini ti accompagna nella visita e si vede quanta passione, quanto amore metta nella sua azienda. Dietro la fabbrica, c’è un parco naturale dove scorrazzano in libertà cervi, cavalli bianchi («Una l’ho salvata io: l’avevano data per morta, invece, l’ho curata giorno e notte e adesso guardi come corre»), struzzi, conigli neri che non scappano mai perché il patron della Spal è il loro fornitore di cibo e gli animali, si sa, sanno riconoscere chi li ama.

SOTTOTERRA - Francesco ha le mani forti di chi ha sempre lavorato. I figli, raccontano a Masi San Giacomo, sono della stessa pasta. Francesco racconta: «Quando il sindaco di Ferrara ci ha chiamato, ormai quasi quattro anni fa, la Spal era sottoterra, in liquidazione. Noi avevamo la Giacomense, fondata nel 1967, passata dalla Terza Categoria alla C2, sciolta nel 2013 nel momento in cui siamo entrati nella Spal. Per due stagioni, la Giacomense ha giocato al Mazza: sa che cosa ci dicevano quelli che oggi ci applaudono? Ci chiamavano i profanatori. Ora non lo siamo più. Ma io non ho dimenticato».

CENTRO SPORTIVO E STADIO - Vivaddio, Francesco è un patriarca che non ama i discorsi ampollosi, «ma le sue battute a fine partita sono fulminant», annota Enrico Menegatti, il giovane e onnipresente capo della comunicazione, chiamato a dirigere l’intenso traffico mediatico attorno alla capolista della serie B. «Se siamo pronti per la A? Intanto, proseguiamo passo dopo passo. Una partita alla volta. Ma certo che siamo pronti. La scelta di avere una rosa tutta italiana è stata felice. Ho proposto al Comune di acquistare il centro sportivo di Via Copparo. Lo stadio? Lunedì sarà un giorno decisivo: se andremo in A, porteremo la capienza a 14 mila posti; quando la ristrutturazione sarà completata, arriveremo a 16 mila spettatori. Nel 2016 abbiamo speso 1 milione e 300 mila euro per i lavori necessari all’omologazione dell’impianto in serie B; il progetto di rammodernamento è già pronto. Costo complessivo: 3 milioni, di cui 1 milione e mezzo a carico del Comune».

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