Kokorin, la sorpresa di Capello in Brasile

È un attaccante, ha ventidue anni e gioca nella Dinamo Mosca: è molto stimato dal ct della nazionale russa e parteciperà al mondiale in Brasile. Sei gol e sette assist in tredici partite di campionato
Stefano Chioffi
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ROMA - Ha preso in affitto un appartamento in centro: Mosca gli piace anche con la neve, come ha raccontato in un’intervista al giornale “Rossiyskaya Gazeta”. Fabio Capello è diventato uno zar per il popolo russo, che ha celebrato alla metà di ottobre la qualificazione della nazionale al prossimo mondiale: ventidue punti, sette successi in dieci partite, una differenza reti di +15. Primo posto in classifica davanti al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Una rifondazione vincente, nel pieno rispetto del suo percorso professionale. Disciplina, cultura del lavoro, organizzazione tattica, regole e niente privilegi. Stimato dai tifosi e dal premier Putin, Capello ha definito ogni dettaglio per prolungare il suo contratto fino al 2018, quando la Russia sarà chiamata a ospitare il mondiale.

LA SFIDA - Si è trasferito a Mosca con la moglie Laura. Dalla panchina dell’Inghilterra all’investitura di Putin. Ha sposato un altro progetto, rinunciando più avanti anche alle offerte degli sceicchi del Paris Saint Germain. Capello ha cominciato l’avventura alla guida della Russia il 16 ottobre del 2012. Una priorità: ricostruire una nazionale che aveva deluso all’Europeo in Polonia e Ucraina. Fuori nella prima fase, sconfitta dalla Grecia nella sfida decisiva (0-1, gol dell’ex interista Karagounis). Un crollo che aveva segnato la fine del rapporto tra la federazione e il ct Dick Advocaat, passaporto olandese, ora al timone dell’Az Alkmaar.

LE REGOLE - Sapersi rimettere in discussione: ecco il principio sul quale si è poggiata la sua carriera di allenatore (quattordici trofei). E Capello, anche in Russia, è ripartito dalle radici e ha ridisegnato una nazionale che aveva uno storico difetto: quello di disperdere troppo spesso, nei momenti cruciali, il suo potenziale. In Brasile ha avuto anche la fortuna di essere sorteggiato in un gruppo agevole. L’unica insidia arriverà dal Belgio di Hazard e Fellaini, di Lukaku e Witsel, di Benteke e Vertonghen, di Courtois e Mertens. Capello, però, ha già ribadito in diverse occasioni che non bisognerà sottovalutare la Corea del Sud e l’Algeria.

LA SCOPERTA - E’ riuscito a dare subito l’impronta giusta. Capello ha costruito una Russia compatta ed equilibrata in ogni reparto: un 4-3-3 che richiede un impegno costante da parte delle due punte esterne. Una nazionale completa: manovra fluida e pressing costante. Solida in difesa, con il blocco del Cska Mosca: dal portiere Akinfeev ai due gemelli Aleksey e Vasilij Berezutski, entrambi in grado di giocare al centro oppure sulle fasce. Elegante a centrocampo con Denisov (Dinamo Mosca) e Dzagoev (Cska), pericolosa davanti con Kerzhakov e Fayzulin, compagni nello Zenit di Spalletti. Ma la sorpresa, in Brasile, potrebbe essere rappresentata - nel gruppo di Capello - da un giovane talento che il ct ha preso subito in grande considerazione: Aleksandr Kokorin ha ventidue anni, è un attaccante, è cresciuto nella Lokomotiv Mosca, poi è entrato nel professionismo con la maglia della Dinamo Mosca.

SEI GOL E SETTE ASSIST - Nel 2013 era stato acquistato dall’Anzhi, prima che l’ex club di Eto’o finisse all’asta con tutti i suoi pezzi pregiati, a causa del progressivo disimpegno economico dell’oligarca russo Sulejman Kerimov. E così, dopo pochi mesi, Kokorin è rientrato alla Dinamo Mosca. Corsa, classe, agilità, opportunismo e intelligenza. Usa soprattutto il piede destro, può fare la prima e la seconda punta, si allarga anche sulla fascia. Sei gol (uno dei quali con un meraviglioso tiro al volo in diagonale) e sette assist in tredici partite nel campionato russo. A volte parte da lontano per sfruttare la velocità. Furbo e geniale: Kokorin ha stregato Capello con una serie di perle. E’ nato il 19 marzo del 1991 a Valujki, è alto un metro e 83, ha un contratto con la Dinamo Mosca (allenata dall’ex terzino romeno Dan Petrescu) fino al 2016 e farà parte di sicuro della spedizione in Brasile. Nel suo club si muove nel 4-4-2 vicino a Kevin Kuranyi, classe 1982, ex Stoccarda e Schalke, brasiliano di Petropolis con passaporto tedesco.


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