Rafinha, la Liga scopre il fratello di Thiago Alcantara

Ha ventuno anni, è un centrocampista, ha il doppio passaporto (brasiliano e spagnolo) e gioca in prestito nel Celta Vigo, guidato da Luis Enrique, ex allenatore della Roma. Tre gol e cinque assist: il suo cartellino è di proprietà del Barcellona. Rafinha appartiene a una famiglia di calciatori: il papà è Mazinho, ex mediano-regista del Lecce e della Fiorentina, mentre il fratello Thiago Alcantara è stato portato in estate al Bayern Monaco da Guardiola
Stefano Chioffi
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ROMA - Era l’epoca di Maradona, Van Basten e Matthaeus: la serie A era la casa dei marziani e il calcio italiano faceva invidia un po’ a tutti. Mazinho, all’epoca, fu scoperto in Brasile dai dirigenti del Lecce: era un centrocampista completo, aveva la visione di gioco di un regista e la forza nei contrasti di un mediano. Era stato lanciato dal Vasco da Gama e sbarcò in Puglia nel 1990. Tra i suoi compagni c’era anche Antonio Conte. Nonostante la retrocessione in B del Lecce, in quel campionato fu uno degli stranieri emergenti e la Fiorentina decise di investire otto miliardi di lire per il suo cartellino. L’avventura in Italia di Mazinho è durata soltanto due anni: nel 1994, quando soffiò ai rigori la Coppa del Mondo agli azzurri di Arrigo Sacchi con il Brasile di Romario e Bebeto, era il leader del Palmeiras e si stava preparando a firmare per il Valencia.

I DUE TALENTI - Mazinho è il papà di Thiago Alcantara, ventidue anni, cresciuto nel Barcellona con l’etichetta impegnativa di erede di Xavi e portato al Bayern Monaco per venti milioni di euro da Pep Guardiola. Thiago Alcantara è nato a San Pietro Vernotico, a venti chilometri da Lecce, e ha scelto la nazionale spagnola. Nel suo ruolo è uno dei migliori centrocampisti della Bundesliga. Ma non è l’unico motivo di orgoglio di Mazinho e di sua moglie Valeria Alcantara, che vanta un brillante passato da pallavolista. C’è anche un altro figlio che sta entrando da protagonista nel circuito del calcio professionistico. Si chiama Rafinha, ha compiuto ventuno anni il 12 febbraio e gioca nel Celta Vigo, club guidato da Luis Enrique, ex allenatore della Roma. E’ un regista, proprio come suo fratello. Organizza la manovra, è il play di una squadra che ha conquistato dieci punti nelle ultime cinque giornate, tirandosi fuori dalla zona calda della classifica: ora il Celta è undicesimo, a quota 26, dopo ventitré giornate. Il Valladolid, terz’ultimo, ha ventuno punti.

IL CARTELLINO - Rafinha è ancora di proprietà del Barcellona, mentre Thiago Alcantara è uscito dal controllo del club blaugrana. E’ stato ceduto in prestito fino al termine della stagione. Si è legato al Celta per tornare a lavorare con Luis Enrique, che lo aveva già valorizzato nel Barcellona B: una stima sbocciata nel 2010-11 (nove presenze e un gol al Salamanca), prima che “l’hombre vertical” venisse attratto dall’idea di proseguire la sua carriera sulla panchina della Roma. Rafinha è un centrocampista d’ordine, ma ha anche il passo svelto e l’inventiva di una mezzala. Dirige il traffico davanti all’area, è rapido nella distibuzione del pallone, allarga l’azione sulle fasce e prova a inserirsi sulla trequarti. E’ mancino come il suo papà. Il fratello Thiago, invece, è un destro naturale.

LA SCELTA - E’ nato a San Paolo il 12 febbraio del 1993 e ha anche il passaporto spagnolo, ma ha deciso di legarsi al Brasile. Ha preso una decisione differente da Thiago. Ha fatto parte della selezione verdeoro Under 20 e il suo sogno è quello di entrare nella Seleçao. Aveva un anno e mezzo quando il padre Mazinho alzava la Coppa del Mondo negli Stati Uniti, a pochi metri dalle lacrime di Franco Baresi e degli azzurri. Rafinha si è messo in discussione nel Celta, tornato in Liga nell’estate del 2012, con un obiettivo: guadagnarsi la fiducia del Barcellona e farsi largo nei progetti futuri del club blaugrana. Ha giocato ventidue partite e per diciotto volte ha trovato spazio nel blocco dei titolari. Un rendimento in crescita. Rafinha si muove sul centro-sinistra nel 4-1-4-1 di Luis Enrique. E’ uno dei centrocampisti più interessanti della Liga. Ha segnato tre gol (uno al Granada più una doppietta alla Real Sociedad) e ha confezionato cinque assist. E’ diventato titolare alla terza giornata e ha saltato solo la trasferta a Malaga. Il suo calcio è qualità, corsa e pressing: ha ricevuto finora sei cartellini gialli. Rafinha si è messo in luce anche lunedì scorso in occasione della sfida allo stadio “Balaidos” contro l’Athletic Bilbao di Munian (0-0). Ha la maglia numero 12, è alto un metro e 77 e ha un contratto con il Barcellona fino al 30 giugno del 2016. E’ entrato nel vivaio dei blaugrana all’età di tredici anni e il 5 dicembre del 2012 ha debuttato in Champions contro il Benfica (0-0).  


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